24/11/13. Rifiuti, Tambellini sposa il progetto della società unica

da “Il Tirreno”

LUCCA A due settimane dall’uscita di Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori, con la proposta della società unica provinciale per la gestione del ciclo dei rifiuti il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini si unisce al progetto. Seppure con una premessa: «Penso che sia opportuno in primo luogo avviare un percorso di conoscenza di tutte le aziende che operano nella provincia, al fine di valutare le forme di collaborazione che ognuna può offrire quanto a operatività industriale».

«La possibilità di concretizzare fattivamente l’idea di avere un gestore unico a livello provinciale – continua Tambellini – dovrebbe essere il punto di arrivo di un percorso condiviso di analisi e valutazione per stilare le priorità e gli intenti che i comuni perseguono. Le aziende che attualmente operano si differenziano in modo significativo nella composizione societaria; pertanto è bene valutare con attenzione l’ipotesi di aggregazione senza accelerare il passo». «Sono convinto – ripete – che dobbiamo restare aperti a qualsiasi ipotesi di integrazione operativa che possa prevedere una gestione dei rifiuti basata sulla massima collaborazione, volta a garantire, per esempio, raccolte differenziate e riciclo nell’ottica del rispetto ambientale e della riduzione al minimo degli scarti da trasferire in discarica o in altri impianti».

Tambellini si dice così «d’accordo col sindaco di Capannori per costituire al più presto un tavolo di lavoro, composto da amministratori locali, per una consultazione attenta e puntuale degli obiettivi che, in tema di raccolta dei rifiuti, dobbiamo raggiungere in primo luogo sul nostro territorio e che dobbiamo poi promuovere all’interno dell’Ato Costa. È comunque importante notare che l’Ato manca ad oggi di un piano interprovinciale aggiornato relativo alla gestione del ciclo dei rifiuti. La politica del nostro Comune si muove già nel senso della riduzione della quantità dei rifiuti prodotti; basta pensare alle ultime estensioni del porta a porta sul territorio comunale e l’istituzione dell’Osservatorio Rifiuti Zero».

Nell’ambito provinciale, Tambellini ritiene che «vi sono questioni molto importanti, che dovremmo portare nella discussione nelll’Ato. Nel nostro territorio non esistono solo rifiuti urbani ma anche rifiuti industriali – penso al pulper delle cartiere oggi indirizzato nel Nord Italia, con notevolissimo impatto ambientale in termini di trasporto e altissimi costi – che dovrebbero essere trattati localmente, sia per ridurre l’inquinamento generale sia per dare una risposta significativa alla competitività del nostro sistema produttivo. Anche questo è un tema che non può essere tralasciato e che dovrebbe entrare a far parte dei provvedimenti che intendiamo prendere all’interno del più ampio contesto dell’Ato. Così com’è da discutere il destino degli inceneritori dismessi di Falascaia e di Castelnuovo. Quindi prontissimi ad una valutazione delle nostre possibilità di integrazione con la consapevolezza, comunque, che le questioni sul tavolo sono assai complesse e meritano tutte le opportune valutazioni».

Ancora più pronto Del Ghingaro: già domani individuerà date e ordini del giorno per dare il via agli incontri e alla discussione.

10/11/13 Del Ghingaro: «Una sola azienda di rifiuti in provincia»

Da “Il Tirreno” ed. Lucca del 10/11/13
di Barbara Antoni

Capannori: Del Ghingaro lancia la proposta a tutti i colleghi sindaci di Piana, Valle e Versilia: un tavolo entro fine mese

LUCCA Esce dal coro. Una fuga in avanti e una proposta precisa: creare un soggetto unico per la gestione del ciclo dei rifiuti su tutto il territorio provinciale, in modo da essere più forti – una candidato assai più autorevole – al banco di prova che sarà rappresentato dal concorso per il gestore unico dei rifiuti nell’Ato Toscana costa, che riunisce le province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara. Una sola società, in sostanza, che nasca da una fusione dalle attuali Sistema Ambiente (Lucca), Ascit (Piana), Severa (Garfagnana e Media Valle, Sea ed Ersu (Viareggio e Versilia).

L’artefice della “fuga” e della proposta – rivolta a tutti i sindaci del territorio provinciale – è Giorgio Del Ghingaro, primo cittadino di Capannori. Uno che il pallino dei rifiuti ce l’ha, e non solo per avere ricoperto, prima di diventare sindaco, incarichi pubblici nel settore dei rifiuti (nel cda di Ato due rifiuti Lucca fino al 2005, come presidente di Ascit fino al 1999, come membro della commissione amministratrice Amit fino al 1996). Ma anche, anzi soprattutto, per una questione di principio: la salute dei cittadini e dell’ambiente. Lui, lo sottolinea, è un fautore convinto della strategia “rifiuti zero”. Che Del Ghingaro non abbia sposato la linea della Regione in materia di rifiuti è cosa nota: l’ha contestata energicamente, non più tardi dello scorso settembre, in particolare per il progetto di potenziare due impianti di incenerimento, quelli di Pisa e Livorno. Adesso torna alla carica, più deciso che mai.

Perché ha deciso di farsi avanti con la sua proposta?
«Come tutti i Comuni, anche noi avevamo dato la nostra adesione alla nascita di Reti Ambiente. Ma nel frattempo la normativa è cambiata, sia a livello regionale che nazionale. Stiamo andando verso la possibilità di creare un soggetto unico per la gestione dei rifiuti a livello di Ato costa il cui 45% verrebbe ceduto a privati con gara pubblica».

E lei non è d’accordo.
«Non sono d’accordo soprattutto con il giudizio prevalente sugli inceneritori, l’idea di potenziare i due impianti presenti sul territorio dell’Ato costa, a Pisa e Livorno. Sono inceneritori, producono diossina. E non ci piace che non si tenga conto del calo di produzione dei rifiuti negli ultimi anni. Molti nostri comuni oggi sono a rifiuti zero. E questo deve valere, anche per l’impegno che i cittadini hanno profuso».

Cosa dice ai Comuni della provincia che vorrebbe riunire in un’unica società dei rifiuti?
«Li invito a proporci come un patto politico forte, per andare al tavolo dell’Ato con un’azienda unica invece che con tante aziende più piccole. Se Sistema Ambiente, Ascit, Severa, Sea ed Ersu si mettono insieme viene fuori qualcosa di buono».

Con quali impianti lavorerebbe la società unica della provincia?
«Con quelli esistenti e con l’impianto di compostaggio che Capannori vuole costruire».

E le tariffe?
«Andando dietro al progetto della Regione, gestore unico significa tariffa unica. E noi, nei nostri comuni, abbiamo tariffe più basse, quindi le dovremmo alzare. Del resto, noi siamo avanti sulla raccolta differenziata. Nella Piana Ascit arriva quasi all’80%, Lucca sta lavorando intensamente all’estensione del porta a porta, anche la Mediavalle ha cominciato, e così Viareggio e la Versilia. Le altre province sono più indietro sui rifiuti, hanno una mentalità più industriale».

Una società invece di cinque nella provincia, secondo la sua ipotesi. Si è interrogato sulle poltrone che dovrebbe tagliare?
«Ovviamente sì. Con un solo soggetto potremo razionalizzare i costi in modo pesante. Le società esistenti nella nostra provincia operano su territori di confine con metodi diversi. Se li uniformiamo, i costi sono subito ridotti. Quelli delle poltrone sono la parte minore».

Ha previsto tempi di attuazione della sua proposta? «Il primo passo è un accordo politico, un percorso nell’assemblea dei sindaci. A cui farebbe seguito una valutazione economico finanziaria delle società, e da gestire ci sarebbe la questione dei privati presenti in alcune aziende. Dovremmo valutare se tenerli o liquidarli. Fatto questo dovremmo incaricare un advisor di fare un progetto chiaro per una fusione delle società. Non ci dovrebbe volere molto tempo».

La sua ultima parola.
«Dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti e fare scelte nell’interesse dei cittadini. Se ci vogliamo confrontare, il comune di Capannori è disponibile a ospitare il primo tavolo entro fine novembre».

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