Da un mese e mezzo, in seguito alle elezioni amministrative, la sanità lucchese attende il rinnovo del suo organo di indirizzo e di controllo (la Conferenza dei Sindaci) e delle articolazioni zonali della piana di Lucca e della Valle del Serchio.

Tutti sappiamo che i sindaci hanno bisogno di un periodo di tempo necessario per la definizione delle maggioranze e per l’elezione degli organi (presidente della conferenza ed esecutivo, presidenti e vicepresidenti delle due conferenze zonali).

A questa carenza politica se ne assomma un’altra tecnica e cioè la ritardata formalizzazione, da parte della Regione, del direttore generale dell’Azienda, indicato nel facente funzioni dottor Polimeni e accanto a questa l’inevitabile ritardo nella nomina del direttore sanitario, al posto appunto di Polimeni, che, fino al trasferimento del dott D’Urso, ricopriva questo ruolo.

In sintesi: ad oggi mancano il presidente della conferenza dei sindaci e il suo esecutivo, il direttore generale è un facente funzioni e il direttore sanitario deve ancora essere nominato. Un quadro tutt’altro che tranquillizzante per la più grande azienda del territorio, che vanta circa tremila dipendenti, tre ospedali ( di cui uno appena aperto) e svariate strutture territoriali. Una situazione che, seppur temporanea, non si era mai verificata e che rischia di avere ripercussioni sulla politica sanitaria territoriale.

Penso che la questione tecnica verrà risolta a breve:la Regione nominerà ufficialmente Polimeni e lui stesso provvederà alla designazione del suo sostituto a direttore sanitario. L’augurio è quello che si trovi un medico di alta professionalità e di grande esperienza in grado di trasmettere serenità a tutta la struttura sanitaria.

Il fronte più complicato è quello politico, visto che si registrano posizioni non unitarie sulla presidenza, o meglio sulle presidenze ( conferenza generale e zonali).

Questo fronte è ad oggi molto importante, considerate le novità che riguardano la normativa regionale e nazionale; mi riferisco ai prossimi cambiamenti delle L.R. 40 e 41, alla fase degli accorpamenti dei servizi, dove Lucca deve far sentire la sua voce, e alle reiterate polemiche sui tagli al fondo sanitario nazionale. Insomma senza un organo politico di indirizzo e di controllo perfettamente funzionante e autorevole, mal si gestiranno situazioni delicate e complicate, che coinvolgeranno i cittadini nel loro bene più importante e cioè la salute. Per questo e per le tante sfide che attendono la sanità lucchese mi auguro che prevalga il senso di responsabilità e che il Partito democratico, largamente maggioritario in conferenza, sappia trovare una linea comune in grado di garantire alla conferenza una presidenza forte e autorevole. Durante il mio mandato, nei tanti incontri con tutto il personale sanitario, ho potuto constatare l’importanza del dialogo e della concretezza nell’affrontare temi verso i quali la Conferenza, pur non avendo competenze dirette, svolge un ruolo di indirizzo importante. Dare alla Conferenza e alle sue articolazioni una guida forte significa riaffermare l’importanza della buona politica, quella che guarda ai risultati concreti e che cura l’interesse della comunità senza lasciarsi imbrigliare dai particolarismi e dai preconcetti. Per questo, consapevole dell’importanza della scelta che dovranno compiere, mi auguro che i sindaci che sono la figura istituzionale più vicina alle persone, trovino, in tempi brevi, una sintesi di alto profilo. Lo chiedono le tante scelte che dovranno essere fatte per una sanità moderna ed efficiente.

Giorgio Del Ghingaro

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