Del Ghingaro candidato a sindaco?Il Pd viareggino corre ai ripari

Trema la politica del Pd viareggino: la candidatura dell’ex sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro si avvicina alla soglia certezza. E di là dal monte se ne sono già accorti e stanno preparando gli scudi di difesa. Si, perché in attacco si sono già dimostrati perdenti. L’ex primo cittadino di Capannori, tesserato al Pd di Lucca, un politico ambizioso quanto basta e che, al pari di Stefano Baccelli, farebbe di tutto pur di mantenere, da qualche parte, una seggiola comoda, starebbe, infatti, abbandonando l’ipotesi di scendere in lizza alle regionali: l’impressione è, secondo alcune indiscrezioni, che sia molto più interessato a giocare la partita viareggina. O forse gliela fanno giocare.

Una candidatura, la sua, che era stata lanciata, provocatoriamente, poco tempo fa, da Rossella Martina del movimento “Viareggio tornerà bellissima” e che pare sia stata piacevolmente accolta dall’ex sindaco di Capannori che sarebbe solo in attesa della proposta del partito. Intanto, si diceva, a Viareggio il Pd cerca di arginare il pericolo sempre più imminente e lo fa con l’assenso del commissario Giuseppe Dati. E’ stata infatti convocata per domani mattina una insolita conferenza stampa da parte di un certo Luca Poletti – chi è costui? – che vorrà, con tutte le probabilità presentare la propria candidatura alla guida di Viareggio sostenuta e supportata sempre da lui, il commissario del Pd viareggino.

Che cosa avrà mai da dire Poletti alla conferenza stampa di domani mattina? Oltre a vantare la nomina di guida della locale Cna, quest’ultimo, infatti, non ha certo un curriculum di cui andare fiero. Poletti infatti, non ne ha avuta vinta una: dieci anni fa era candidato sindaco a Massarosa ed è stato sconfitto da Larini, cinque anni dopo, si è candidato in Regione, non eletto. Ultimamente invece si sarebbe distinto per essersi astenuto sul frazionamento del Polo Nautico. Si sa, però, ed è questo il dato forse più rilevante, che il Poletti in questione è marito di Giancarla Mei, il braccio destro di Dati in questa fase di commissariamento. Niente di nuovo, quindi.

Un altro pasticcio in vista? Non sarebbe il primo, da parte di un partito che a Viareggio ne ha già combinate di cotte e di crude, a partire dai vertici dell’amministrazione comunale. A proposito, Betti cosa ha intenzione di fare visto che è stato sospeso dal partito?

di Silvia Toniolo (la Gazzetta di Viareggio)

Rossella Martina propone di candidare Giorgio Del Ghingaro per salvare Viareggio

Cinquantasei anni appena compiuti, Giorgio del Ghingaro è stato sindaco di Capannori dal 2004 all’anno scorso. Sotto la sua guida l’amministrazione comunale, che era sull’orlo del dissesto, si caratterizza per scelte innovative nel campo della gestione dei rifiuti e della partecipazione. Capannori è il primo Comune italiano ad aderire nel 2007 alla strategia Rifiuti Zero, grazie alla quale in pochi raggiunge l’85 per cento di raccolta differenziata e un calo vertiginoso della produzione di rifiuti tanto da imporsi come comune modello a livello europeo. Si definisce un uomo prestato alla politica, svolge dal 1994 attività di tributarista e revisore contabile. La sua attività professionale lo porta ad assumere incarichi di consulente fiscale, amministrativo e contabile per molte aziende, enti e società. Si occupa inoltre di organizzazioni e ristrutturazioni aziendali. Dal 1998, con decreto del Ministro delle Finanze, è membro della Commissione Ministeriale sugli Studi di Settore, presso il Ministero delle Finanze. Ricopre inoltre la carica di vice Presidente del Consiglio Nazionale Tributaristi.di Luciano Menconi wVIAREGGIO Tecnico ma anche politico, vicino a un partito – il Pd – ma orgogliosamente indipendente, capace di rimettere a posto i conti di un comune sull’orlo del crac e diventare un modello di pubblica amministrazione. È l’identikit di Giorgio Del Ghingaro, per dieci anni sindaco di Capannori, comune che dodici anni fa era a un passo dal dissesto e adesso viene preso a modello in Europa per la gestione dei rifiuti e non solo. E se fosse lui l’uomo giusto – ovvero “l’uomo prestato alla politica” come ama definirsi – per traghettare Viareggio fuori dalla palude? A lanciare, implicitamente, la sua candidatura è Rossella Martina, leader del movimento “Viareggio tornerà bellissima”, che lo indica come il candidato perfetto per guidare quell’alleanza di solidarietà comunale che da più parti viene considerata come l’opzione più seria e auspicabile per salvare l’ex Perla del Tirreno. Sempre ovviamente che lui sia disponibile visto che è in lizza anche per una candidatura al consiglio regionale. Rossella Martina ha rinunciato all’idea di creare una grande alleanza tra le forze politiche e sociali della città? «No. Ho momenti di sconforto, lo confesso, ma non smetto di sperare che si possa alla fine riuscire a formare quella coalizione di forze secondo me assolutamente necessaria per governare il prossimo futuro di Viareggio che, come hanno confermato anche le recenti parole del commissario Romeo, sarà molto duro. Qualunque forza politica, partito o movimento, governando da solo contro tutti gli altri rischia di sfracellarsi nel giro di pochi mesi. E di fare ulteriore male alla città». Ma fino ad oggi i risultati di questa ricerca di “grosse koalition” sono stati piuttosto deludenti, giusto? «È vero e tuttavia noi non alziamo steccati ideologici, li alziamo invece contro gli inetti, gli intrallazzoni, i furbi, contro quelli che non vogliono cambiare le cose, qualunque colore vestano». E allora come pensa si possa realizzare questa alleanza? «Io sono convinta che se non c’è un candidato attorno a cui ragionare sia difficile far quadrare il cerchio. Il programma è obbligato per tutti – far tornare i conti, prima di ogni altra cosa e rispondere alla legge dettata dal dissesto – ma sono le persone che fanno la differenza. Per questo io credo che un candidato di grande levatura, una persona esperta di amministrazione, indipendente moralmente al di là dell’appartenenza politica, una personalità che possa davvero capovolgere l’asfittico tavolo sul quale stanno lavorando le forze politiche viareggine e indurle a realizzare l’alleanza dell’intera città, sia l’unica via di uscita per un futuro governo cittadino». Ma lei ha in mente qualche nome? «Ad esempio una persona come Giorgio Del Ghingaro, ex sindaco di Capannori, un comune che era sull’orlo del dissesto e che è diventato un modello in Europa. Modello sul fronte del bilancio, ma anche dei rifiuti, della partecipazione e dei servizi al cittadino. Un sindaco come Del Ghingaro sarebbe ciò che ci vuole per Viareggio. E davanti a un nome del genere credo che sarebbe difficile per chiunque tirarsi indietro. Io spero che nel Pd qualcuno ci abbia pensato e che la cosa si possa realizzare». Lei se il Pd candidasse Del Ghingaro sarebbe disposta a fare un passo indietro? «Certamente. Non solo farei un passo indietro ma mi metterei a disposizione di una persona che il nostro movimento considera un esempio da cui imparare. Durante la campagna elettorale del 2013 noi di “Viareggio tornerà bellissima” abbiamo chiamato, in una pubblica assemblea, Del Ghingaro perché venisse a raccontarci come aveva trasformato Capannori in un comune modello. Già in quell’occasione io gli proposi di venire a fare il sindaco a Viareggio. Lui allora era sempre in carica ma oggi non ha incarichi politici e penso che candidarlo a Viareggio sarebbe il modo migliore per riconoscere e mettere a frutto i suoi meriti, ma soprattutto sarebbe la soluzione di molti dei nostri problemi. E per quanto riguarda la mia candidatura io dico: l’importante non è vincere ma far tornare Viareggio bellissima!».
Del Ghingaro pronto alla corsa per le regionali

Del Ghingaro pronto alla corsa per le regionali

Da “Il Tirreno”
di Duccio Casini
Ormai è una certezza: Giorgio Del Ghingaro, esponente del Partito democratico e per dieci anni sindaco di Capannori, dà la propria disponibilità a presentarsi come candidato consigliere alle elezioni regionali in programma (data ancora da indicare) a metà maggio. L’annuncio ufficiale arriverà probabilmente ai primi della prossima settimana, ma il dado è tratto anche se il diretto interessato si trincera dietro un diplomatico no comment. Non rilascia alcuna dichiarazione e tuttavia i suoi fedelissimi sono pronti a mettere la mano sul fuoco: il nome di Del Ghingaro sarà presente sulla scheda elettorale. Sarà un duello con il compagno di partito Stefano Baccelli, che a marzo si dimetterà dalla presidenza dell’amministrazione provinciale per essere libero di candidarsi. Tra i due le polemiche sono state all’ordine del giorno nel corso degli ultimi anni. L’ultima è legata proprio alle consultazioni regionali. Sotto Natale, Del Ghingaro aveva sostenuto che Baccelli sbaglia a lasciare Palazzo Ducale affermando che si tratta di un tradimento nei confronti di chi lo aveva votato e di un comportamento discutibile verso i dipendenti dell’ente, il cui futuro è incerto vista la soppressione delle Province. La risposta di Baccelli era stata netta: aveva accusato l’ex sindaco, senza peraltro citarlo, di “exitudine”. I due politici si ritroveranno in corsa da avversari. Resta da vedere quanti saranno gli altri esponenti della Lucchesia perché l’ipotesi – per ora non smentita – è che il nostro territorio debba esprimere cinque candidati su un totale di otto. Due uomini (e ci siamo) e tre donne. Sicura appare Cecilia Carmassi già componente della segreteria nazionale Pd ai tempi di Bersani, probabile Gabriella Pedreschi, ex assessore provinciale, già bersaniana e ora renziana, capace di attrarre voti anche dalla sinistra del Pd. Da scegliere la terza candidata. La Versilia, in base a questi calcoli, dovrebbe perciò mettere sul tavolo una donna e due uomini. Vale a dire Michele Sillicani ex primo cittadino di Stazzemna, di provata fede renziana, e Ettore Neri sindaco di Seravezza, non renziano, indicato come il candidato più autorevole al di là del Quiesa. Da indicare la candidata. A ratificare le candidature sarà la direzione territoriale del Partito democratico, passaggio che potrebbe avvenire a febbraio. Prima il Pd regionale deve indicare le regole, che al momento non ci sono. Con la nuova legge elettorale i cittadini potranno esprimere le preferenze. È stato introdotto il principio dell’alternanza di genere. Il voto alla lista potrà essere accompagnato dall’espressione di uno o due voti di preferenza. In caso di due voti di preferenza, essi devono essere espressi in favore di candidati di genere diverso, pena la nullità della seconda preferenza. Duccio Casini ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Del Ghingaro sulla sanità: “Inaccettabili tagli e riduzioni, a rischio le eccellenze”

La razionalizzazione delle Asl e il conseguente accorpamento sono inevitabili, ma a Lucca per gestire i processi c’è bisogno che sia eletto quanto prima il presidente della conferenza dei sindaci. E, alla luce del calo delle risorse, è necessario evitare che i tagli abbiano ripercussioni non solo sulla parte sanitaria, ma anche a livello sociale, con riduzioni di personale che creerebbero gravi difficoltà a tante famiglie. In attesa di sciogliere il nodo su una sua eventuale candidatura alle prossime elezioni regionali, Giorgio Del Ghingaro interviene sul quadro attuale della politica sanitaria. Lo fa dall’alto della sua esperienza di amministratore, di ex sindaco di Capannori ed ex presidente della conferenza dei sindaci oltre che di Federsanità Toscana. La governance. «Gli accorpamenti fra le Asl sono corretti – dice Del Ghingaro – se ne parlava già da anni. Ci sono però tre temi cui prestare grande attenzione. Il primo è quella della governance. I sindaci rischiano di restare più staccati dal momento delle decisioni perché la fusione porterà più in alto la condotta manageriale del nuovo complesso aziendale. Invece devono avere più peso. Bisogna risolvere il problema di una rappresentanza adeguata dei territori e teniamo presente che ci saranno di fatto una conferenza dei sindaci locale e una di area vasta». I rapporti con le aziende universitarie. Il secondo aspetto è quello dei rapporti con le aziende ospedaliere universitarie, le cui materie di competenza sono ricerca, formazione e attività sanitarie di alta specializzazione. «Diventa essenziale – spiega Del Ghingaro- trovare i meccanismi per circoscrivere il campo di azione del loro specifico ordinamento alle sole materie interessate, senza estenderne gli effetti anche alle altre attività proprie delle Asl che confluiranno nelle aziende di area vasta. Devono essere ben perimetrali i poteri e le competenze del rapporto con le università». Il territorio. Terza questione, l’organizzazione zonale, la tutela delle attività territoriali extra ospedaliere. «La costruzione di un sistema per le cure primarie (Aft, Uccp, sistema dei presidi, medicina d’iniziativa) – dice Del Ghingaro – aggregato a una filiera di servizi che dalle strutture intermedie arriva fino alla domiciliarità secondo livelli di intensità decrescenti, rappresenta una condizione imprescindibile. E’ essenziale che ciò avvenga in stretta relazione con la dimensione territoriale entro cui operano i servizi e va conservata la centralità della zona-distretto». La conferenza dei sindaci. Calati nella realtà locale, questi temi si caratterizzano per altri aspetti. «Da otto mesi – dice l’ex sindaco di Capannori – manca un interlocutore forte a livello istituzionale perché non c’è il presidente della conferenza dei sindaci, che secondo la nuova normativa rappresenta l’Asl in area vasta. Il direttore dell’Asl fa gli interessi tecnici dell’azienda e non si preoccupa certo di politica territoriale. A causa degli equilibri politici per le elezioni regionali si mette in difficoltà il territorio lasciando vacante la figura di presidente della conferenza dei sindaci». I tagli. «Lucca – sottolinea Del Ghingaro – ha un nuovo ospedale ancora in fase di assestamento. Un taglio delle risorse potrebbe creare caos e si rischia che il San Luca diventi un presidio accessorio alle cliniche universitarie vicine. In questa ottica è ancora più importante avere un interlocutore politico». Più logico invece pensare a una riorganizzazioone dei distretti. Infine il personale. «Non è pensabile – afferma Del Ghingaro – continuare a tagliare il personale, non possiamo permetterci di perdere le eccellenze che abbiamo, altrimenti diventeremo ancora più supini rispetto ad altre realtà territoriali. Serve un presidente di conferenza dei sindaci forte, che faccia sentire la voce di Lucca, che eviti non solo ripercussioni di carattere sanitario, ma anche sociale».
Da “Il Tirreno” di Fabrizio Tonelli

La politica dei “futuri semplici”

Non mi piacciono i: faremo, valuteremo, decideremo, approfondiremo, sceglieremo, perché sono “futuri semplici” e indicano un’azione che ancora si deve svolgere.
Accetterei invece di buon grado, anche magari non essendo sempre d’accordo: ho fatto, ho deciso, ho scelto, perchè sono “passati prossimi” e indicano fatti conclusi.
Per ora quindi mi fermo agli: quando avrò visto, quando sarò certo, quando avrai deciso, quando avrai scelto, quando avrai fatto, perchè il tempo dei verbi è “futuro anteriore” e indica supposizione o esprime incertezza su azioni che avverranno nel futuro. In sintesi “quando avrai fatto” ti dirò…
E siccome per me in politica contano i “passati prossimi” e non i “futuri semplici”, per “non sapere nè leggere nè scrivere” mi butto direttamente sui “futuri anteriori”.

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