Del Ghingaro pronto alla sfida per Viareggio

Del Ghingaro pronto alla sfida per Viareggio

Da giorni il suo nome è’ al centro del dibattito preelettorale. Da quando Rossella Martina della lista Viareggio tornerà bellissima lo ha lanciato nell’arena viareggina, è stato un susseguirsi di endorsement in suo favore. Fino alla clamorosa presa di posizione della senatrice Manuela Granaiola. Adesso Giorgio Del Ghingaro, l’ex sindaco di Capannori che in dieci anni ha fatto del piccolo comune un modello di buon governo studiato a livello internazionale, esce allo scoperto. Lo fa con questa intervista al Tirreno in cui, anche se con cautela, dichiara chiaramente la sua disponibilità a mettersi al servizio di Viareggio. Del Ghingaro, a Viareggio in molti la indicano come il candidato sindaco ideale per la città. Che ne dice? È un’idea che le interessa? «Vorrei in primo luogo ringraziare tutti coloro che, in queste ultime settimane, hanno voluto esprimere parole di apprezzamento e di stima che riconoscono il lavoro svolto a Capannori. Accostare oggi il mio nome a Viareggio significa aver lasciato un segno amministrativo importante e questo, da un lato, mi rende orgoglioso di quanto abbiamo fatto, dall’altro aumenta la consapevolezza che il lavoro di squadra è fondamentale per governare una comunità. Poi chi mi conosce sa che sono appassionato alle sfide, che la normalità mi annoia, che mi butto nelle imprese con tutto me stesso. E che non temo il rischio perché non vivo di politica. Se mettiamo insieme tutti questi tasselli, ammetto che questa nuova sfida potrebbe avere tutte le caratteristiche per indurmi ad alzarmi dalla scrivania del mio studio e farmi tornare in prima linea». A quali condizioni potrebbe decidere di mettersi in gioco per un incarico così difficile e complicato? «Non è il candidato sindaco che deve dettare le condizioni, ma la città di Viareggio che deve riappropriarsi della propria identità ed elaborare un percorso condiviso e partecipato. Un territorio così bello e dei cittadini così vitali meritano amministratori all’altezza. Tre sono le cose fondamentali da cui partire: un programma per risanare il dissesto; un percorso di rinascita della comunità e la riconquista di quell’autorevolezza che questa straordinaria città merita». Quali sono i suoi rapporti col Pd? È ancora iscritto? E che ne pensa del Pd viareggino del commissario Giuseppe Dati (nella foto in alto)? «Prima di iscrivermi al Pd non avevo mai avuto tessere, mi sono sempre impegnato come esponente della società civile. La nascita di un grande partito del centrosinistra che mettesse insieme i valori del cattolicesimo democratico con quelli della sinistra riformista mi spinse a prendere, per la prima volta, una tessera di partito. Ho sempre mantenuto la mia autonomia e indipendenza e non sempre sono d’accordo sulle scelte che, a livello centrale, vengono fatte. Ritengo, per esempio, che si dia poca voce alle esperienze dei territori e agli amministratori locali, quelli che sono in stretto contatto con i cittadini e che, insieme a loro, vivono la quotidianità. Il Pd di Viareggio è lo specchio della dialettica nazionale e vive un forte dibattito al proprio interno. Mi auguro che dopo le analisi, le critiche, le discussioni si arrivi alle soluzioni, che sono poi i “fatti” che i cittadini vogliono». Rossella Martina, Manuela Granaiola, associazioni come Amo Viareggio, imprenditori, professionisti stimati: come base elettorale non sarebbe male. Forse potrebbe perfino prescindere dal sostegno del Pd o no? «Ritengo che Viareggio abbia bisogno di una risposta alta e unitaria. Non bisogna escludere ma includere in questa impresa che deve necessariamente partire dalla drammatica situazione del bilancio dell’ente. È importate che il Pd, insieme agli altri partiti e ai movimenti che credono nella rinascita della città, si assuma la responsabilità di ridare dignità a Viareggio facendo tesoro degli errori fatti, ma non soffermandosi sulle inevitabili dietrologie e sulle lotte interne. Per rimettere in moto una città e dare nuovo slancio ad una comunità e alla sua cultura lo sguardo deve rivolgersi al futuro». Ha avuto modo di approfondire l’esame della situazione viareggina? Che ne pensa? Come fa una città ridotta così a rialzarsi? «Sì, ho approfondito le carte, dalla dichiarazione del dissesto alla relazione del Mef, passando anche dai verbali dei revisori dei conti agli articoli di stampa, fino agli interventi appassionati di molti cittadini. La situazione è piuttosto complicata ed è necessario che la città ne sia consapevole. Però Viareggio, con la sua storia e il suo prestigio, non può permettersi di rimanere in ginocchio: bisogna rialzarsi, mettersi al lavoro subito e individuare un percorso concreto per uscire da questa situazione». Tre cose concrete da fare subito. «Credo che un elemento significativo nel percorso di risanamento siano la trasparenza e il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini. Bisogna individuare gli strumenti per declinare in maniera concreta i modi con i quali la gente comune, assieme alle forze politiche, possa prendere conoscenza e dare una mano a chi è chiamato a governare la città. Per esempio: la curva della spesa pro capite per lo smaltimento dei rifiuti è sproporzionata alle effettive capacità di spesa del cittadino medio, è indispensabile portare elementi di innovazione che contengano i costi. Non è poi pensabile che non ci si doti quanto prima di un regolamento urbanistico moderno e trasparente in grado di far ripartire quella parte dell’economia che da troppi anni è mortificata. Un rapporto chiaro e forte con il mondo imprenditoriale e con il mondo del lavoro darà un’ulteriore spinta propulsiva alla partecipazione attiva del cittadino. Le riscossioni: non si può pensare di aumentare i tributi quando c’è un’evasione assolutamente sproporzionata rispetto alle medie nazionali e locali. Qui bisogna intervenire e velocemente». Quando diventò sindaco di Capannori il Comune era sull’orlo del predissesto, ne ha risanato i conti e lo ha fatto diventare un modello. Un risultato replicabile oppure le due realtà, Viareggio e Capannori, sono troppo diverse? «Nessuno ha la bacchetta magica e nessun territorio è uguale a un altro. I risultati raggiunti a Capannori sono il frutto un’azione collettiva e non delle capacità del singolo. Io ho semplicemente “allenato” una squadra determinata, coesa e appassionata. Si tratta di elementi che possono essere applicati anche a una realtà come quella viareggina che ha dalla sua un ambiente e una cultura che di per sé sono già straordinarie risorse da recuperare e valorizzare. Quali rapporti ha con Viareggio? La conosce, la frequenta, ci lavora? E per come è ora, depressa e malandata sotto tutti i punti di vista, di cosa crede abbia bisogno prima di ogni altra cosa? «Viareggio è il luogo dei ricordi, delle vacanze, della spensieratezza. Percorrere la lunga passeggiata, guardando e sentendo il rumore del mare è, ancora oggi, per me un’esperienza che allontana i pensieri e lascia spazio alla fantasia, al sogno. Ecco, servono fantasia, voglia di sognare e amore per risollevare questa città». Lei, prima che sindaco, è stato un revisore contabile tributarista. Da tecnico: come e in quanti anni si può abbattere un debito di oltre cento milioni senza stremare la città? Lei ha già qualche idea in proposito? Quale? «I tecnici, di solito, rappresentano la situazione in modo oggettivo, ma i tecnici, da soli, non cambiano il mondo. Per ridare ossigeno a questa città serve tempo ma il tempo bisogna guadagnarselo ed è necessario smettere di guardarsi alle spalle. Viareggio deve dare una grande risposta collettiva: tecnici, politici, imprenditori, professionisti, intellettuali ma soprattutto cittadini. Tocca a chi governa restituire entusiasmo e ottimismo che sono elementi assolutamente necessari per cambiare la storia. Le rivoluzioni “si fanno con la pazienza e la fantasia”». Società partecipate, porto, degrado della città: saprebbe già cosa fare? Cosa? «Una razionalizzazione delle società partecipate è uno dei primi punti che, chiunque, deve inserire nell’agenda politica. Inoltre non è pensabile trasformare delle straordinarie opportunità come quella del porto in elementi di criticità. Per quanto riguarda il degrado: la manutenzione ordinaria e il verde pubblico devono tornare sotto il controllo del Comune che, con una programmazione pluriennale, dovrà cambiare volto alla città e restituirla alla sua bellezza». Come giudica, da tecnico e da politico, il lavoro di chi ha amministrato Viareggio negli ultimi quindici anni? «Non mi permetto di giudicare nessuno, parto dal principio che ognuno ha dato il massimo e i risultati, positivi o negativi, non sono sempre direttamente riconducibili alle singole persone». Il fatto che lei non sia viareggino in alcuni ambienti della città viene considerato un limite. Lo ritiene un problema? «Sa, quando mi candidai a Capannori siccome venivo da una frazione a sud del comune, di solito fuori dai circuiti amministrativi – come si sente oggi Torre del Lago nei confronti di Viareggio – mi dicevano che ero un forestiero. Oggi a Capannori non ci sono più frazioni del sud e frazioni del nord: c’è un unico grande comune e una strepitosa comunità. Vorrei che ciò accadesse anche a Viareggio e Torre del Lago. Non si cambiano le cose con le barriere o gli steccati: servono persone realiste, appassionate ed entusiaste che con il lavoro, le idee e la determinazione si mettono in gioco per restituire speranza a questa terra e riportarla al prestigio che merita. Io ci credo».
Luciano Menconi
Il Tirreno Viareggio
Viareggio:la senatrice Granaiola candida Del Ghingaro

Viareggio:la senatrice Granaiola candida Del Ghingaro

La disputa sui nomi dei candidati a sindaco di Viareggio riempe le cronache cittadine. Tanti nomi, autocanditature, presunte alleanze, ma poca consapevolezza sullo stato reale della città e i suoi molteplici problemi. Credo invece che occorra partire dalle cose per trovare le competenze e le capacità di aggregare intorno a idee e progetti credibili per uscire dalla palude in cui siamo piombati. Realisticamente prendo atto della scarsa propensione della “società civile” viareggina ad impegnarsi in prima persona in questa battaglia; in parte ne comprendo anche le ragioni, prima fra tutte le difficoltà e le responsabilità (anche concrete) che questa sfida comporta; il quadro politico ed amministrativo certo non invita. Prendo atto della realtà; ma ho ancora la speranza e la presunzione di considerare ancora percorribile una strada che ci conduca a fare scelte largamente condivise che sappiano andare oltre vecchi equilibri e schieramenti.

Le prime caratteristiche che dovrebbe avere un sindaco disponibile a candidarsi per governare a Viareggio dovrebbero essere: idee chiare su cosa fare; comprovata esperienza per poterle realizzare; competenza tecnica per muoversi in un quadro normativo complesso come quello del dissesto; competenza politica per tenere insieme una larga alleanza necessaria per affrontare le sfide che ci attendono; determinazione a cimentarsi con una prova molto ardua; amore per questa città; spirito di servizio e capacità di dire dei no anche a vecchie e mai finite fazioni politiche. Detto ciò che sia o meno di Viareggio è solo una valutazione provincialistica. Nei giorni scorsi, leggendo la cronaca, ho colto più di un endorsement che mi sembrano corrispondere alle caratteristiche prima elencate. “Voci della città” che mi meraviglio non siano ancora state adeguatamente prese in considerazioni dal partito al quale appartengo. Sono poi convinta che anche all’interno del PD di Viareggio ci siano diverse ed adeguate competenze; ma credo anche che, data la storia recente di polemiche e contrapposizioni anche personalistiche, la scelta più opportuna sia quella di una discontinuità con il passato, come peraltro ci eravamo proposti di perseguire fin dall’inizio.

A fare la differenza sarà il fatto che il candidato sia in grado di far scoccare la scintilla di una grande collaborazione sociale e politica intorno ad un difficile progetto di risanamento della città.
Manuela Granaiola

Anche Marco Messa, proprietario di un noto locale della passeggiata, si schiera con Del Ghingaro

Oltre i confini della Versilia e della Toscana, Viareggio ha tutt’ora nome, fama e reputazione largamente diffuse e riconosciute. La collocazione geografica, il territorio, l’entroterra, la storia, i prodotti dell’agroalimentare locale, l’architettura, la cantieristica…….e molti altri.
Per chi ama il mestiere della ristorazione e del commercio, per chi ama il mare, per chi ama la storia, Viareggio rappresenta un luogo dove sicuramente è un vanto avere un’azienda propria.
Da queste poche righe si possono capire le ragioni di fondo che ci hanno spinto (io e la mia famiglia) a trasferirci da Treviso ed investire in un locale in passeggiata a Viareggio.
Nulla è stato facile ma siamo contenti del passo che abbiamo fatto, così come siamo convinti delle grandissime potenzialità della città dove abbiamo scelto di vivere.
Certo i problemi non mancano: dall’offerta turistica agli spazi per la cantieristica ed il porto – dalla passeggiata ahimè quasi vuota e priva di eventi e attrazioni al dissesto economico dell’amministrazione locale.
Raccolgo e rilancio quindi la proposta di liste civiche e imprenditori di sostenere la candidatura di Giorgio Del Ghingaro: c’è davvero bisogno di una frattura nel governo di questa città, così duramente colpita da una crisi politica, sociale ed economica senza precedenti.
Il comune di Capannori è diventato un’eccellenza in materia ambientale, primo comune italiano verso Rifiuti Zero: va riconosciuto a Del Ghingaro di aver avuto il coraggio di investire su una politica ambientale, sociale e di sostegno al reddito dei lavoratori e delle imprese in grado di creare un sistema di buone pratiche che poi è divenuto un vero e proprio “modello” sul piano amministrativo.
Del Ghingaro ha dimostrato essere persona capace con spiccata autonomia di giudizio e ha esperienza amministrativa: e Viareggio ora ha bisogno di questo.
Marco Messa
commerciante

L’intervento di Giulio Marlia a favore di Giorgio Del Ghingaro

Ho letto in questi giorni,sulle cronache dei quotidiani locali,una serie di proposte in merito ai possibili candidati alla carica di prossimo Sindaco della città.
Tra questi nomi è emerso anche quello di Giorgio Del Ghingaro,ex Sindaco della città di Capannori.
Questo nome è stato proposto inizialmente da Rossella Martina,leader assai efficace del movimento “Viareggio era ( e,forse,sarà ) una città bellissima”.
Su quella ipotesi hanno confluito poi i pareri favorevoli di altri personaggi noti della vita culturale e politica della città,tra cui l’ing. Pasquale Sgrò e Antonella Serafini,critica d’arte,organizzatrice di importanti mostre d’arte e progettista della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMC) di Viareggio.
Sul nome di Del Ghingaro vorrei spendere anch’io qualche elemento a favore.
Ho avuto occasione di incontrarlo una dozzina di anni fa a proposito di una collaborazione tra il Comune di Viareggio e quello di Capannori in merito alla realizzazione del Festival Europacinema (all’epoca ancora assestato a livelli di elevata qualità culturale e mediatica).
Del Ghingaro ebbe l’idea di gemellare le due città nel nome di Europacinema.
Capannori mise a disposizione le sue bellissime Ville e Viareggio i grandi nomi del cinema all’epoca ancora presenti,in numero consistente,al Festival viareggino.
Questa collaborazione si protrasse per alcuni anni (dal 2004 al 2006) con risultati di notevole visibilità mediatica sia per Europacinema che che per il circuito delle Ville storiche di Capannori.
In queste ville Del Ghingaro fece organizzare bellissimi ricevimenti che videro la presenza di artisti del cinema italiano di fama internazionale.
Ricordo ancora ,con grande piacere,le iniziative in occasione dei compleanni di Mario Monicelli (2005) e di Stefania Sandrelli (2006).
Di Del Ghingaro rammento l’immagine di un Sindaco dinamico,propositivo,aperto a idee e innovazioni e,nello stesso tempo,assai concreto e attento al rapporto tra costi e ricavi (culturali e turistici) in relazione alle risorse impegnate.
Un altro elemento positivo fu quello della attenzione che l’allora Sindaco di Capannori poneva nella valutazione della qualità delle idee e del valore delle persone,senza tenere troppo di conto l’appartenenza politica,la tessera di partito o altre miserie a cui la politica (con la p minuscola ) del nostro paese e anche della nostra città ci ha purtroppo abituati e a cui si deve probabilmente,in parte non minoritaria,la disaffezione di molti italiani alle vicende della Politica (che,in altri tempi,e con altri protagonisti si è anche potuta fregiare della P maiuscola,in virtù di una componente etica e di valori ideali di cui negli ultimi anni si sono,mi pare ,perse,in larga parte, le tracce).
Oltre a questi tratti,sicuramente rari nella loro positività,altri hanno ricordato le capacità di Del Ghingaro amministratore nel saper orientare,e di molto,il risanamento di un comune che qualche anno fa versava in condizioni economiche non ottimali (anche se non così drammatiche come quelle viareggine).
Mi paiono,questi,motivi non di poco conto perché l’idea di questa candidatura ,avanzata alcuni giorni fa ,meriti una valutazione non frettolosa e non superficiale.
Giulio Marlia

Viareggio può giocarsi il futuro a dadi?Pasquale Sgrò appoggia Del Ghingaro

Viareggio può giocarsi il futuro a dadi?Pasquale Sgrò appoggia Del Ghingaro

“Sono un imprenditore che opera prevalentemente nel settore nautico da oltre trent’anni, ho scelto Viareggio come mia città, non ci sono capitato per caso e amo questa terra con tutte le sue contraddizioni. Purtroppo ho visto negli anni la città decadere sempre più in ogni suo aspetto e questo nell’indifferenza di molti e principalmente di chi doveva governarla”. La riflessione, che pubblichiamo integralmente, è di Pasquale Sgrò: “In questi giorni ho sentito e letto di diversi candidati a sindaco, non ho sentito progetti se non le solite vecchie cose ed è stato spontaneo confrontarmi con amici e imprenditori cosa ne pensassero, la domanda univoca è stata: “Viareggio può giocarsi il futuro a dadi?” e la risposta è stata altrettanto chiara: No, non è più tempo di scommesse. La situazione è talmente grave nella nostra città che a questo punto servono certezze. Certezze di buon governo, di esperienza, di legalità e di buon senso. Certezze di massima unità politica, civile, sociale, per poter affrontare la difficilissima fase del dissesto, del ripianamento dei debiti, del riavvio della vita cittadina per uscire prima possibile dall’emergenza e rilanciare l’economia. Come cittadini e come imprenditori non possiamo continuare ad assistere al declino della città e di conseguenza al declino dei mercati e delle aziende con conseguenti negative ricadute sul lavoro e sulla società tutta. E’ questa assoluta necessità che mi spinge, anche a nome di altri amici imprenditori, ad accogliere e rilanciare la proposta fatta nei giorni scorsi di una candidatura a sindaco di Viareggio di Giorgio Del Ghingaro.   L’ex sindaco di Capannori è a nostro avviso il nome giusto per affrontare le grandi sfide che la città ha di fronte. Del Ghingaro vanta dieci anni di esperienza come amministratore. E che esperienza: ha trovato il Comune di Capannori sull’orlo del dissesto e lo ha trasformato in un comune modello portato ad esempio in tutto il mondo (fino in Giappone!) e premiato in numerose sedi dalle istituzioni europee. Modello sul fronte del Bilancio (riuscendo addirittura a coinvolgere i cittadini negli investimenti con una procedura di partecipazione essa stessa presa ad esempio da molti). Modello per lo smaltimento dei rifiuti e della raccolta differenziata che da spesa colossale è stato trasformato in un vero e proprio business per la popolazione e per il Comune attraverso il raggiungimento dell’obiettivo cosiddetto “rifiuti zero”. Modello per la gestione dei servizi sociali, dell’integrazione, della difesa dell’occupazione, delle imprese e del territorio.  Tutti problemi che invece gravano su Viareggio come macigni e che da anni attendono qualcuno che li affronti. E allora chi meglio di Giorgio Del Ghingaro – che ha dalla sua anche una professionalità e una competenza specifiche proprio nel settore dei bilanci e della contabilità oltre che nei servizi al mondo del lavoro – potrebbe affrontare queste sfide con il ‘mestiere’, la capacità, le conoscenze e la grande energia che tutti gli riconoscono? La sua candidatura potrebbe finalmente unire e non dividere, raccogliere consensi trasversali, anche questi assolutamente necessari per costituire un’alleanza vasta e alta delle forze migliori della città. Un’alleanza di partiti e movimenti, liste civiche e associazioni, di persone serie e determinate a ridare una speranza alla nostra città. Noi auspichiamo che per una volta prevalga la saggezza e si mettano da parte faziosità e beghe di bottega, con un unico obiettivo: farsi carico responsabilmente del futuro di Viareggio in una sintesi nuova e diversa che Giorgio Del Ghingaro ben può rappresentare e guidare”.

Del Ghingaro candidato Pd a sindaco di Viareggio?Una mina vagante alle prossime elezioni amministrative

Qual è il colmo per il Pd di Viareggio? Farsi superare a destra dal sindaco per antonomasia in terra capannorotta, quel Giorgio Del Ghingaro preso a pesci in faccia in Lucchesia, ma capace di restare in sella sulla poltrona di primo cittadino del secondo comune agricolo più grande d’Italia a dispetto del partito, il Pd appunto, che lo aveva accolto e cresciuto nelle proprie file. La notizia filtrata nelle ultime ore e provocatoriamente ipotizzata e lanciata dalla ex consigliere comunale Rossella Martina – la quale, come molti, sta ancora aspettando e sperando che Viareggio torni ad essere bellissima (sic!) – ha riscosso subito interesse, soprattutto tra coloro che dei giochi di partito in seno agli ex comunisti, non ne possono più. Del Ghingaro, uno che ha sempre vissuto di propria luce avendo svolto senza mai interromperla la professione di dottore commercialista, ha fama di essere uno di poche seghe e che quando si dedica a qualcosa, non guarda in faccia a nessuno. A Capannori ha combinato qualcosa di buono, a parte la solita tiritera da premio Nobel dei rifiuti, tirando su strutture e iniziative che hanno riscosso approvazione e consensi. Certo, è uomo di potere e politico che sa gestirlo e contorniarsi di persone che la pensano, se non come lui, che, però, non gli rompono le scatole. Simpatico, tifoso della Lucchese – potranno sopportarlo i viareggini d’oltre Quiesa? – di sicuro è dotato di una personalità e di un carattere diversi e più forti rispetto a chi, sulla poltrona del municipio viareggino, lo ha preceduto, sia a sinistra sia a destra.

E’ un personaggio che ama fare, un iperattivo che ama le sfide soprattutto se, l’accettarle, significa rompere le uova nel paniere di chi già tutto aveva previsto spartizioni comprese. Politico sì, ma sufficientemente autonomo e dotato di un proprio pensiero, è stato assalito e bersagliato, nei suoi anni di mandato a Capannori, dalle gerarchie del partito democratico che hanno fatto di tutto e di più per rendergli la partita durissima a cominciare dal rifiutargli la tessera costringendolo a un peregrinare assurdo da una sezione all’altra per potersi iscrivere. L’ultima puttanata gliel’hanno fatta poco tempo fa, quando avrebbe voluto candidarsi alle regionali, ma è stato messo da parte visto che i renziani doc a cominciare da Marcucci, gli hanno preferito il prode Baccelli che, in Provincia, non saprebbe più cosa fare e che, come sindaco di Lucca, pare abbia cessato di soffiare sul fuoco e sul… didietro dell’attuale primo cittadino Alessandro Tambellini.

Alcuni giorni fa, incontrandolo in centro a Lucca, aveva confermato i giochi di potere del suo partito annusando, tuttavia, come un cane da tartufo, l’ipotesi di scendere, comunque, in campo per la Regione e rovinare i piani di chi aveva scelto senza di lui. Evidentemente così non è stato e, magari, anche per toglierselo di torno, a qualcuno potrebbe essere venuta l’idea di spedirlo al di qua del molo e in riva al mare così da accontentarlo e, allo stesso tempo, presentare una candidatura meno ‘compromessa’ con il generale senso di fallimento che ha accompagnato la politica del Pd a Viareggio.

Inoltre e particolare non trascurabile, Del Ghingaro potrebbe portarsi dietro anche tutti coloro che, ad un politicante di professione, preferiscono un professionista dedito alla politica, ma con chiara in testa la linea di demarcazione. In sostanza Giorgio Del Ghingaro potrebbe essere la mina vagante delle prossime elezioni amministrative a Viareggio.

Detto questo, aggiungiamo che la giunta di Capannori da lui presieduta e quella attuale che a lui ha reso omaggio, hanno sempre avuto il pallino dell’accoglienza indiscriminata e dell’integrazione tout court, un nipotino di Laura Boldrini o giù di lì: Viareggio è avvertita.

di Aldo Grandi (La Gazzetta di Viareggio)


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