Del Ghingaro:”Dobbiamo assistere la città nel sogno di ripresa che credo appartenga a tutti i cittadini”

 Giovedì sera sarà al Fienile, il 12 incontrerà i cittadini a Torre del Lago, il 20 sarà alla Croce Verde di Viareggio: la grande corsa di Giorgio Del Ghingaro, ex sindaco di Capannori, che punta al Municipio di piazza Nieri e Paolini, comincia dalla Passeggiata. Conferenza stampa all’hotel Villa Tina, all’ombra dell’ancora maestoso Royal, in una mattinata grigio-Londra se non fosse per il salmastro agitato dall’onda, tanto descritto nelle opere dei maestri viareggini di tutte le arti. Tanto per entrare nel vivo della proposta di Del Ghingaro: «Intellettuali e artisti devono darci il loro contributo», è l’appello lanciato in cerca di «un po’ di entusiasmo e un po’ di passione», perché «questa è la sfida che io sento forte». Li chiama «elementi immateriali», l’ex primo cittadino della Piana lucchese, ma ci tiene a metterli bene in luce: «Dobbiamo assistere Viareggio in questo sogno che credo appartenga a tutti i cittadini». Ma non c’è “bambino sognato” – per dirla con la psicanalisi – che non si debba poi confrontare con il bambino in carne ed ossa che ogni madre si ritrova tra le braccia, nudo e appiccicaticcio. Nel confrontarsi con la realtà del dissesto nei conti viareggini, delle inchieste aperte, delle società partecipate da liquidare, Giorgio Del Ghingaro dichiara: «So che ci saranno difficoltà, per esempio, nella gestione della macchina comunale. Ma credo anche che andrà costruita una squadra di persone competenti capaci di confrontarsi con il “pentolone” bollente. So che dovremo sopperire noi alle carenze della macchina. Ci saranno dei funzionari che saranno in grado e se non lo saranno cercheremo di sostenerli. Certo rispettando i ruoli e le competenze». Certo, anche, «che ci saranno tagli al personale. Perché non ci si può fare niente. Se il Comune di Viareggio è in dissesto non è colpa mia. Con questo faremo i conti». Tutela dell’ambiente, riduzione del costo dei rifiuti, «tornare ai fasti di un tempo» se si tratta di cultura», «aiutare chi rimane indietro» se il terreno è quello del sociale, sostenere «lo sviluppo imprenditoriale» se si guarda alla traballante economia cittadina. «Arrivare quanto prima al Regolamento urbanistico» è l’obiettivo del candidato al momento “civico” che guarda al suo partito e commenta così quanto si agita in casa del Partito democratico: «Mi auguro che il Pd sostenga la mia candidatura». Regolamento urbanistico senza lo strumento della perequazione, «strumento bello ma che non ha appeal nella comunità», così si esprime Del Ghingaro che spiega anche come «il project financing non sia uno strumento che sta nelle mie simpatie». Linee programmatiche alle quali il tributarista («vivo della mia professione per non essere vincolato dalla politica») aggiunge un messaggio in materia di futuro del porto: «Cerchiamo di non trasformare grandi opportunità in problemi». E se è vero che i margini del sindaco per governare il porto di competenza dell’Autorità portuale regionale sono pochi, «bene, quei pochi li voglio esercitare fino in fondo. E tutti». Nelle domande dei cronisti le questioni di eventuali conflitti di interessi e del ruolo di Valter Alberici (ex segretario organizzativo della Cgil provinciale, ex capo di gabinetto di Andrea Tagliasacchi presidente della Provincia) capo di gabinetto di Del Ghingaro sindaco. Una scelta che ha portato la Corte dei Conti ad una condanna per l’ex sindaco in merito a qualifica e stipendio di Alberici. «Valter è una persona per me insostituibile e me lo porto dietro nella candidatura viareggina. Le forme della collaborazione le troveremo: magari sarà gratis…». Perché il dissesto impedisce assunzioni in Municipio e tantomeno nello staff del sindaco. Sul sostegno ricevuto da Pasquale Sgrò, di cui Del Ghingaro è consulente, il candidato ci tiene a chiarire: «Ho fatto il sindaco dieci anni e non ho mai avuto conflitti di interesse».
di Donatella Francedsconi, Il Tirreno
Sicuri, si cambia.

Sicuri, si cambia.

Noto parecchia agitazione e latente nervosismo da parte di alcuni esponenti politici viareggini, in seguito alla mia candidatura a sindaco. Non mi sono permesso di dire una parola su di loro e non ho intenzione di spenderne in futuro, non credo serva alla cittá alimentare polemiche e polveroni.
Se però la mia disponibilità crea tanto sconquasso nello status quo di Viareggio, non può farmi che piacere, perchè finalmente si cambia, si spalancano porte e finestre, si riossigena una situazione stagnante, si variano un po’ di visi e un po’ di voci, dopo anni non proprio edificanti per la politica viareggina, che brilla anche per non aver fatto un gesto di autocritica.
Il cambiamento vero non può che far bene alla cittá e con me state sicuri, si cambia.

Granaiola: Dati spieghi il suo no a Del Ghingaro

Il suo candidato sindaco ideale, Giorgio Del Ghingaro, è sceso in campo. Adesso lo fa anche lei. La senatrice Manuela Granaiola interpreta un ruolo cruciale nella partita che vede l’ex primo cittadino di Capannori in lizza per la guida del Comune. Un ruolo che inizia a far pesare con una lettera aperta che prende le mosse dal botta e risposta di ieri tra il commissario del Pd viareggino e Del Ghingaro. L’appartenenza al Pd. «Trovo molto riduttivo e triste il tentativo del Commissario del Pd di rappresentare la questione della scelta di un candidato sindaco per Viareggio in termini di appartenenza; cosa che mi ricorda molto vicende appena trascorse e finite assai male. Mi dispiace per motivi personali, ma soprattutto perché – per come conosco io Del Ghingaro – non mi sembra proprio la persona, ancorché militante del Pd, che si faccia mettere il cappello in testa da qualcuno. Anzi posso affermare, senza alcun dubbio di essere smentita, che la sua indipendenza e la sua autonomia da logiche correntizie è uno dei motivi per i quali la sua candidatura genera tanta simpatia e stima in città e tante preoccupazioni in qualche parte del Partito democratico». Perché dico sì a Del Ghingaro. «Per quanto mi riguarda – prosegue la senatrice – è proprio la sua spiccata autonomia di giudizio uno dei motivi, ovviamente non il solo, che mi induce a riproporlo con convinzione all’attenzione della città e di tutte le forze politiche (a partire ovviamente dal Pd), in quella logica di ampio coinvolgimento e condivisione sollecitata anche da quell’attento e fine conoscitore della situazione sociale di Viareggio che è Don Brunini. Lo stesso Presidente Rossi, al di là delle foto di circostanza, mi sembra che abbia fatto le stesse considerazioni, senza peraltro fare investiture ufficiali». L’identikit del candidato Pd. «All’inizio del percorso per la ricerca di un candidato sindaco – prosegue la senatrice del Pd – ci eravamo dati alcuni criteri orientativi e condivisi sui requisiti quali comprovata esperienza sia politica che amministrativa, capacità di aggredire la complicata e difficile situazione amministrativa di Viareggio, autorevolezza, capacità di avviare un profondo rinnovamento amministrativo e politico, capacità di coinvolgimento delle realtà economiche e sociali della città (senza la quale difficilmente si può pensare di superare una crisi così grave). Io aggiungerei anche quello di contribuire a creare una nuova classe dirigente, temprata su un’ardua e concreta prova amministrativa e svincolata da vecchie logiche di appartenenza. Il commissario Dati credo dovrebbe spiegare molto bene non a me ma agli iscritti ed alla città perché Giorgio Del Ghingaro non corrisponda a questo identikit; non corrisponda fino al punto di non voler prendere nemmeno in considerazione la possibilità di una sua candidatura». La telefonata mancata. «Leggo invece con un po’ di tristezza della polemica su di una “telefonata” mancata, o di una telefonata dai toni aspri o che altro: sinceramente non mi interessa. Certo è che una questione così delicata e rilevante non può essere affrontata o nascosta dietro un presunto equivoco telefonico, meno che insignificante rispetto alla situazione della città. Se di quello si fosse trattato, sarebbe stato un problema di facile soluzione, almeno tra persone di buon senso». Basta polemiche. «Per me il tempo delle polemiche sterili è finito: ora – conclude Granaiola – si devono assumere pesanti responsabilità e discutere delle cose da fare per ridare un futuro a Viareggio. Meglio se lo facciamo con un ampio coinvolgimento di tutte le forze sane della città, che per fortuna sono tante e sicuramente disinteressate alle beghe di questo o quel partito, ma attente a scegliere un candidato Sindaco che, al di là dell’appartenenza politica, territoriale o culturale, abbia dimostrate capacità amministrative e decisionali, indispensabili per ridare dignità al nostro territorio, alla nostra economia, alla nostra gente».

Lo scrittore e sceneggiatore viareggino Giampaolo Simi appoggia Del Ghingaro

Fra i nomi che circolano, la candidatura di Del Ghingaro mi pare una terapia d’urto sensata. Ha dimostrato indipendenza rispetto agli apparati di partito e capacità di innovare pur rimanendo con i piedi ben piantati per terra. Certo, chiamare un Papa Straniero (ma ha senso un’idea del genere, oggi?) susciterà ancora ironie e scetticismo. È inevitabile, perché ci obbliga a fare un salutare mea culpa collettivo, aldilà di contrapposizioni fra destra e sinistra o di facili rendite elettorali della rabbia contro i “politici”. Gli amministratori dell’ultimo decennio hanno fatto scelte (più spesso presunte tali) che hanno trasformato un periodo di crisi generale in un’autentica catastrofe, ma in gran parte noi cittadini ci siamo occupati d’altro pensando che alla fine qualche santo avrebbe provveduto. Purtroppo il risveglio dopo l’orgia è stato durissimo e a pagare saremo noi tutti.
Anche sotto questo punto di vista mi sembra che invece Capannori abbia lavorato molto su percorsi di compartecipazione dei cittadini alle scelte dell’amministrazione.
C’è poi chi sostiene che il mito di Capannori sia più immagine che sostanza. Bene, ammettiamo anche che sia (in parte) vero. Per uno chiamato ad amministrare una città turistica saper lavorare bene sull’immagine mi parrebbe, come dire, il difetto migliore.

Viareggio ha bisogno di verità!

Viareggio ha bisogno di verità!

Al dilà delle singole posizioni politiche, delle linee programmatiche, dei diversi modi di vedere il futuro di Viareggio, ci sono due cose importanti da precisare:
la prima che tutti dobbiamo guardare in direzione delle persone e della Città, la comunità deve rinascere e questo è utile.
La secoda é che esistono amministratori e politici che hanno avuto responsabilità nel disastro dei conti del Comune e delle partecipate e ora fanno finta di nulla, continuano con i giochetti, le meline, le piccole grandi bugie. Ecco, questo non mi sembra utile a Viareggio.
Lavoriamo per l’unità , per un’azione collettiva, usciamo dalle vecchie liturgie, diamo una risposta vera, giusta, concreta alla voglia di riscatto dei cittadini e della Città! Ma facciamolo insieme, guardando la realtà e non nascondendosi dietro la foglia di fico della politica ( quella con la p minuscola). Viareggio ha bisogno di verità!

Del Ghingaro: scelgo Viareggio. Pronto alla sfida per risanare il Comune e rilanciare la Città

Del Ghingaro: scelgo Viareggio. Pronto alla sfida per risanare il Comune e rilanciare la Città

La politica è passione, determinazione, strumento di cambiamento. Per questo scelgo Viareggio. Perché credo che, mettendo insieme le energie e le competenze migliori, possiamo ridare nuovo slancio a questa città e restituire dignità ai suoi cittadini, mortificati da esperienze amministrative deludenti.

Ringrazio il Partito Democratico di Capannori e tanti cittadini per la richiesta di candidarmi alle prossime elezioni regionali; le molte sollecitazioni arrivate dalla comunità viareggina, mi hanno però spinto a considerare come possibile questa nuova sfida, forse meno comoda dal punto di vista personale, ma sicuramente più affascinante e stimolante.

Nei dieci anni di esperienza amministrativa a Capannori ho maturato alcune convinzioni fondamentali: sono i cittadini che cambiano una comunità, la politica dà impulsi e orientamenti, ma il cambiamento deve essere condiviso e partecipato; un buon sindaco è colui che non si pone al comando da solo, ma è in grado di coordinare e guidare le forze migliori nell’interesse unico e nobile che deve guidarci e che è quello della comunità. E poi ci vogliono amore e passione: per me che ormai da molti anni faccio il professionista e che mi considero quindi non un politico, ma un uomo del fare, provare a ridare dignità a Viareggio è una sfida unica.

Per questo raccolgo le tante esortazioni, le attestazioni di stima e mi metto a disposizione di una città conosciuta e amata in tutta Italia, che ha un patrimonio paesaggistico unico e radici culturali importantissime. Una città che, sono certo, saprà esprimere una squadra di governo competente, trasparente e all’altezza della situazione.

Chi mi conosce sa che, pur avendo aderito al Partito Democratico, sono sempre stato distante dalle sterili logiche di appartenenza, posizione che sicuramente non mi ha giovato a livello personale. Ma constatare che il lavoro amministrativo svolto è riconosciuto come modello di eccellenza dai cittadini, è per me più importante di qualsiasi investitura di partito.

Con queste premesse mi metto a disposizione di Viareggio e credo che, per superare le gravissime difficoltà che stanno lacerando la città e i suoi abitanti, sia necessario un progetto alto che includa tutte le forze migliori, tutti coloro che credono nel cambiamento senza tattiche o trucchi, tutti coloro che mettono al primo posto il bene di Viareggio.

Giorgio Del Ghingaro

 

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