Dopo trentatré anni una struttura storica, ubicata nel centro di Capannori, è di nuovo a disposizione della comunità. C’è soddisfazione e orgoglio sul volto del sindaco, Giorgio Del Ghingaro. “Non nascondo l’emozione – dice – perché Artè ha rappresentato una priorità per noi, in quanto riteniamo che creare luoghi per la coesione sociale e culturale sia uno dei compiti di più alto valore che gli amministratori possono svolgere”.
Sindaco, perché il nome Artè?
Artè è un acronimo, formato dall’abbreviazione di due parole, arte e territorio. Fino ad oggi, questo edificio l’abbiamo chiamato ex Supercinema, ricordando soltanto ciò che era stato, di bello, in passato. Adesso, però, inizia una nuova era. Per la struttura, ma soprattutto per Capannori e per tutti i cittadini. Abbiamo ritenuto doveroso “battezzarlo” in prospettiva di quello che d’ora in poi rappresenterà per il nostro comune. Da qui la scelta di Artè, uno spazio dove l’espressione artistica e la vivacità del tessuto sociale s’incontreranno e potranno esprimersi.
Sarà un’opera per le associazioni, quindi?
Sarà un’opera di tutti. Arte’ rappresenta un luogo simbolo per Capannori. Ci sono voluti trentatré anni perché questo luogo fosse sollevato dalle macerie e dal degrado, per restituirlo splendente ai cittadini. Con noi questo s’è realizzato. E’ d’obbligo pertanto che, per il 2012, ad usufruirne siano le numerose associazioni capannoresi, secondo un calendario condiviso di iniziative. La qualità, comunque, sarà una caratteristica degli eventi che Artè ospiterà.
Se ci pensa, il suo Comune è quasi in contro tendenza. Investe in cultura…
E’ vero. Possiamo apparire in contro tendenza, ma quando si amministra bisogna avere il coraggio di scelte lungimiranti. Artè è un’opera nell’interesse della comunità, che resterà a Capannori per lungo tempo, ospitando i pensieri, le passioni e i desideri di molte generazioni. Aspetti che, forse, da un punto di vista mediatico, fanno poco clamore, ma che in realtà sono i veri obiettivi di un’amministrazione seria e responsabile. In questa prospettiva, Artè diventa la nuova “piazza” di Capannori, un luogo in cui i cittadini possono fare esperienza, incontrare conoscenza e provare emozioni. Ed ecco che realizziamo e valorizziamo l’identità territoriale, la qualità della vita dei cittadini e la coesione sociale.
Artè, per lei, è l’opera più importante di questo mandato?
Una delle più importanti. Non l’unica, ovviamente, perché un’azione politica e amministrativa che sia efficace e che sappia radicare gli alti valori della nostra società ha bisogno di essere diffusa in modo capillare. Per questo, come amministrazione abbiamo puntato molto sui fatti, piuttosto che sulle parole. L’opera pubblica, visibile e vivibile per i cittadini, è senza dubbio l’intervento culturale e sociale più incisivo. Le persone hanno idee, sogni e aspettative. Spesso, però, non hanno i luoghi in cui svilupparli, crescerli, condividerli. A Capannori vogliamo che la comunità abbia, in ambito culturale, sociale ed economico, le opportunità che merita.