4/11/13. Con l’iscrizione al Partito Democratico di Lucca si è conclusa una vicenda politica iniziata tre anni fa a Capannori in seguito alla quale un gruppo di persone, contrarie all’amministrazione da me guidata, si è assunta la responsabilità di impedire al sindaco l’iscrizione a quel partito che sta svolgendo un ruolo di primo piano nel governo di Capannori.
La disponibilità del sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e del circolo Lucca Centro sono il segnale che guardare oltre le barriere e gli steccati ideologici e opportunistici è possibile e che si può lavorare insieme, a livello amministrativo e politico, per dare risposte concrete alle richieste dei cittadini.
Ecco perché ho volutamente evitato di andare a votare nel congresso che si è svolto pochi giorni dopo la consegna della tessera: non volevo che un atto così importante per me venisse strumentalizzato da parte di chi, dietro qualsiasi scelta, legge sempre un secondo fine.
Eppure da iscritto al Partito Democratico, quanto sta avvenendo a livello nazionale e locale mi spinge ad alcune riflessioni: in vista di un congresso c’è sempre stata la corsa al tesseramento, quindi far iscrivere e far votare persone che magari non si interesseranno più di politica è un fatto vecchio che poco si addice a chiunque voglia fare del rinnovamento un cavallo di battaglia.
Inoltre per chi come me non è abituato alle liturgie partitiche, appare poco comprensibile questa corsa all’occupazione del partito che alimenta le divisioni interne e ci distoglie dal nostro vero grande obiettivo: dimostrare di saper amministrare gli enti locali che governiamo e avere un progetto di cambiamento per il nostro Paese, spesso prigioniero delle logiche di schieramento o delle larghe intese dettate dalla mancanza di progettualità politica e del coraggio di fare le scelte.
Dal mio partito mi aspetto concretezza e disponibilità al cambiamento, a chi lo guiderà chiedo coraggio e trasparenza nelle scelte, c’è bisogno di far appassionare di nuovo le persone, di far intravedere loro la possibilità di avere una società più giusta. Penso che lo spettacolo che stiamo dando in questi giorni contribuirà ad allontanare altre persone dai partiti e allora la corsa alle nuove tessere sarà ancora una volta una strategia vecchia e senza futuro.
Dalla mia professione alla quale non ho mai rinunciato e soprattutto dalla straordinaria esperienza amministrativa di questi nove anni ho imparato che i cittadini apprezzano l’onestà, la serietà, la laboriosità e non permettono che questi valori siano barattati con logiche che, nei fatti, non offrono prospettive concrete di cambiamento.
Allora prendendo una tessera si accetta di sognare che cambiare è possibile. Come è avvenuto a Capannori dove in questi nove anni abbiamo lavorato, senza guardare in faccia a nessuno, per costruire una comunità migliore. E oggi non c’è soddisfazione più grande del vedere riconosciuto questo sforzo incessante che proprio perché svincolato da qualsiasi logica opportunistica è riuscito a superare anche le resistenze più tenaci.
Forse è proprio questa ostinazione e questa scarsa propensione al compromesso di basso livello che mi ha reso così indigesto a quei dissidenti tanto capaci di criticare, ma poco inclini a dare alternative valide e praticabili.
Come sempre guardo al futuro: avere ricevuto la tessera del Pd direttamente dal sindaco del Comune capoluogo e da quel circolo che per storia e tradizione a quei valori nei quali mi riconosco è già un segnale di cambiamento che, oltre alla riconoscenza, mi spinge ad un rinnovato impegno. Tutto il resto sono solo parole.