I conti di Ascit sono in regola. A sostenerlo è il presidente Maurizio Gatti. Quale è lo stato di salute di Ascit (il Comune è socio di maggioranza di relativa dell’azienda)? «Il bilancio approvato al giugno 2009 e quello infrannuale al giugno 2010 sono stati chiusi in positivo, con un leggero utile. Anche se Ascit, per la sua natura pubblica, non deve produrre utili bensì garantire l’equilibrio economico e la copertura dei costi. Se spende cento deve ricavare cento».
Il contenzioso con Ersu (altro ente gestore) ha pesato sulla gestione di Ascit?
«La controversia non si è ancora chiusa, ma intanto il pignoramento di un milione è stato ridotto a 180mila euro che abbiamo già prontamente pagato. Un’uscita straordinaria che non ha avuto effetti negativi sulla gestione finanziaria.
«Adesso attendiamo la decisione definitiva, ma in qualche modo questa misura anticipa il giudizio finale».
I dati del 2009 sulla raccolta differenziata certificano il primato di Capannori, ma anche il successo di Montecarlo e Porcari.
«Siamo soddisfatti. Significa che Ascit, insieme ai cittadini, ha lavorato bene».
Il centrodestra però vuole vedere chiaro. Chiede più trasparenza e chiarezza.
«I bilanci del 2009 sono depositati al pubblico registro delle imprese. Il rendiconto del 2010 è stato approvato dal consiglio di gestione e trasmesso al consiglio di sorveglianza, organo di controllo, che dovrà convalidarlo. È tutto alla luce del sole».
Passiamo alla Tia non domestica. Molte aziende sono in ginocchio perché hanno ricevuto bollette stratosferiche.
«Purtroppo hanno scelto di non pagare e gli importi sono lievitati. Ad oggi gli accertamenti dal 2001 al 2005 compiuti da A&G sono stati chiusi dopo accordi di transizione o pagamenti volontari.
«Ci sono ancora un centinaio di casi aperti. Ascit ha vinto i primi gradi di giudizio, ma queste aziende, che fanno tutte riferimento allo stesso studio legale, ricorreranno in Cassazione».
Quanti soldi sono in ballo?
«Oltre 4 milioni. Una cifra considerevole già iscrivibile a ruolo a seguito delle sentenze vittoriose a favore di Ascit».
Non si placano le proteste dopo i ritocchi della Tia domestica.
«I costi di smaltimento sono aumentati: 100 euro a tonnellata per l’organico. Anche se le tariffe per i cittadini restano tra le più basse della Toscana. Un problema che in buona parte sarebbe risolto dall’impianto di compostaggio: costi più bassi ed utili dalla vendita di energia verde».
Ascit progetterà il nuovo impianto di compostaggio?
«Daremo il nostro contributo. La tecnologia sarà la più efficiente e innovativa. Come gestore dei rifiuti auspichiamo una decisione rapida nella scelta del sito. I vantaggi sarebbero enormi dal punto di vista economico e occupazionale».
Quanto costerebbe l’impianto?
«Si stima una spesa di oltre 10 milioni. Dipende anche dalle caratteristiche dell’impianto».
C’è una previsione sui posti di lavoro?
«Si prevedono tra 15 e venti posti di lavoro qualificato».
Presto sarà realizzata una terza stazione ecologica nel territorio?
«Entro due settimane dovremo concludere la trattativa. Stiamo valutando alcune proposte immobiliari tra Lammari e Marlia».