Salvate quattromila imprese
Fidi Toscana, alleato cruciale per combattere la crisi economica. «Da febbraio 2009 a oggi – ha ricordato il governatore Enrico Rossi – lo speciale fondo regionale, a fronte di 5500 richieste di supporto al credito, ha garantito finanziamenti per un miliardo di euro a oltre 4000 aziende toscane». Cifra significativa, soprattutto se si tiene conto della loro dimensione.
«Si tratta di imprese che contano in media dieci-quindici dipendenti ciascuna; senza l’intervento di Fidi Toscana – ha tagliato corto Rossi – queste non avrebbero avuto accesso al credito con un impatto generale della crisi ben più pesante di quello che abbiamo sin qui conosciuto».
Ma non soltanto dal sostegno al credito è stato caratterizzato l’operato di Fidi Toscana: la finanziaria della Regione, negli ultimi 18 mesi, è anche intervenuta entrando nel capitale di otto società, con 1200 occupati globali, mentre sta perfezionando l’ingresso nella compagine azionaria di altre dieci società.
«La crisi – ha ripetuto il presidente della Toscana – è tuttora in corso, ma c’è da registrare dall’altro lato anche il forte impegno dell’imprenditoria e delle forze sociali per contrastarla: in questo senso, gli strumenti che abbiamo messo in campo assolvono alla loro funzione».
L’occasione del consueto briefing settimanale con la stampa è servita poi per ricordare l’ultimo dato sulla disoccupazione toscana che vede i senza lavoro arrivati a quota 7,1%.
«Dato ancor più preoccupante – ha sottolineato Rossi – per quanto riguarda la fascia d’età giovanile, dove il quindici per cento degli Under 30 toscani non risulta inserito né in percorsi di formazione, né in processi lavorativi».
Per favorire il loro inserimento nel mondo dell’occupazione, annunciati per settembre nuovi piani speciali che mirano in particolar modo a far leva sui fondi europei per la formazione.
Inoltre Rossi ha nuovamente sottolineato i problemi del sistema creditizio toscano: «Siamo una regione periferica rispetto ai centri decisionali delle banche, e su questo vogliamo aprire un confronto».