Il Tirreno
I camini fumano, specialmente la sera. Un segno che l’ordinanza del sindaco Giorgio Del Ghingaro che ne vieta l’accensione per cercare di ridurre le emissioni di polveri sottoli, non viene da tutti rispettata. Per ora però il Comune sceglie la linea soft, multe non ce ne sono state, si punta a fare un’opera di informazione e sensibilizzazione.
I caminetti e le stufe a legna tradizionali sono fra le sorgenti principali di emissione di polveri sottili. A Capannori, quasi il 60 per cento del Pm10 riscontrato nell’aria è prodotto dalla combustione di legna. Nessun provvedimento spot, quindi, per il sindaco Giorgio Del Ghingaro di fronte all’emergenza inquinamento. Anziché chiudere il territorio al traffico veicolare – secondo l’inventario regionale sulle fonti di emissione l’incidenza delle auto in transito su strade urbane sull’emissione di Pm10 è del 1,9 per cento – il primo cittadino di Capannori ha posto un freno all’utilizzo di caminetti (incidenza del 41,9 per cento) e di stufe tradizionali (15,8 per cento).
Nonostante le polemiche, Del Ghingaro ha scelto di percorre questa strada e lo fa con convinzione.
«Se con i prossimi dati – spiega il primo cittadino – vedremo che la qualità dell’aria è migliorata, avremmo raggiunto il nostro obiettivo. A quel punto valuteremo se revocare in anticipo l’ordinanza. Se deciderò di revocarla prima del 31 marzo sarà perché avrò la certezza che a Capannori non c’è possibilità di superare un’altra volta il valore limite di Pm10 previsto dalla legge. Altrimenti, il provvedimento a tutela della salute dei cittadini non si tocca».
L’ordinanza com’è noto vieta l’accensione dei caminetti e delle stufe a legna tradizionali nelle abitazioni dotate anche di un impianto di riscaldamento a metano, gpl o gasolio. Nessuna restrizione, pertanto, per le case dotate soltanto di riscaldamento a legna. Non sono interessate dal provvedimento, inoltre, le abitazioni dotate di termocaminetti e termostufe di ultima generazione.
A fine febbraio si svolgerà un altro incontro fra Del Ghingaro e l’Arpat per vedere l’andamento delle polveri sottili registrate dalla centralina di via Carlo Piaggia e valutare i risultati ottenuti dal provvedimento.
«L’ordinanza che vieta l’uso dei caminetti e delle stufe a legna – dice Del Ghingaro – ha prodotto discussioni, che hanno permesso l’acquisizione di una coscienza responsabile sulle fonti di inquinamento. Chiedere a un territorio tradizionalmente legato al camino e al suo significato simbolico di rinunciarci è stata una scelta importante.
«Ringrazio i capannoresi, perché nonostante qualche polemica, hanno compreso il valore di questa ordinanza. Il sindaco è la prima autorità sanitaria sul territorio e tutelare la salute dei cittadini è il suo primo compito. Di fronte alle relazioni degli esperti che rivelano che a Capannori quasi il 60 per cento delle polveri sottili è provocato dai caminetti e dalle stufe a legna, l’unica soluzione percorribile è stata vietarne l’accensione. Se avessimo optato per la chiusura al transito delle macchine – conclude Del Ghingaro – non avremmo inciso sul primo fattore d’inquinamento del territorio».