La Repubblica
di FEDERICO PACE
Più contratti temporanei e meno posizioni a tempo indeterminato. Più giovani che lavoratori “maturi”. Meno inserzioni sui giornali, più rapporti privilegiati con le università e crescente ricorso ai database aziendali. Il mercato del lavoro del 2010, che vedrà in particolare l’entrata di figure commerciali e tecniche, sembra un convalescente. Ancora indeciso se sentirsi sollevato per i deboli segnali di “ripresina” o continuare a preoccuparsi, cartella medica in mano, per le possibili ricadute.
Nonostante la “malattia” però, nonostate la crisi che tiene ancora quasi tutte le economie in agitazione, nei prossimi mesi ci saranno in Italia realtà aziendali che cercheranno di incremenetare la propria forza lavoro. A dirlo è l’indagine “I trend occupazionali delle imprese italiane” realizzata da Gidp, l’associazione di direttori del persone, che ha ascoltato un focus group di 143 responsabili delle risorse umane, in particolare di medie e grandi imprese.
Soprattutto multinazionali, ma anche imprese a conduzione familiare e public company. Operatori dell’industria meccanica e del commercio, dell’informatica e del bancario. Ebbene, il 68 per cento di loro dice che, in qualche modo, farà nuove assunzioni durante l’anno iniziato da poco. Un segnale confortevole se si considera che l’occupazione nelle grandi imprese a novembre dell’anno scorso, come reso noto appena ieri dall’Istat, è diminuita dello 0,1% rispetto a ottobre, e dell’1,9 per cento rispetto a novembre 2008.
L’età che conta. Ma qual è il profilo delle persone che riusciranno a entrare (o rientrare) in azienda? Le grandi imprese che assumeranno nel 2010 apriranno le loro porte soprattutto a figure professionali con un’età compresa tra 25 e 34 anni. Proprio a questo segmento generazionale, che è stato tanto tormentato dalla crisi, saranno indirizzati i tre quarti dei nuovi contratti di lavoro. Anche gli under 25 avranno qualche chance (l’11 per cento). Un poco di spazio troverà anche la generazione di mezzo (i 35-44enni). Quasi nulle invece le opportunità per chi ha superato i 45 anni.
Alta formazione e minori costi. Il fenomeno per Paolo Citterio, presidente di Gidp, si spiega soprattutto con il fatto che oggi chi esce da facoltà tecniche è “molto più preparato dei colleghi usciti dalle facoltà universitarie negli anni 90”. L’appetibilità di queste figure viene anche accentuata dal fatto che “alcune conoscenze e competenze dei tecnici che oggi lavorano, non sono state rinforzate ed aggiornate dalle loro aziende in termini di formazione per una miopia economica, che li ha fatti sì risparmiare in investimenti per la formazione, ma li ha resi più deboli verso la concorrenza più aguerrita e preveggente”.
Se è di conforto pensare che le imprese nei prossimi mesi ricorreranno a quella “generazione perduta” che più di altre ha sofferto per la crisi, desta preoccupazione però il destino degli over 45 che vengono quasi esclusi da ogni nuova possibilità. Citterio non nasconde che a pesare è l’attenzione ai costi, accentuata dalle difficoltà economiche: “Un neolaureato al primo impiego costa 30.685 euro a un’impresa meccanica, la meno remunerativa rispetto agli altri gruppi merceologici, mentre la media di un costo di un impiegato dell’industria metalmeccanica è pari a 49.155 euro”.
Sopratutto commerciale. Ma in quali aree si concentreranno le nuove assunzioni nelle imprese? Dalla base ai vertici dell’organizzazione, i direttori del personale guarderanno soprattutto all’area commerciale. Un sesto dei nuovi dirigenti assunti andrà a rinfoltire le file della divisione commerciale, marketing e comunicazione. Richiesti, ma in misura minore, saranno anche quelli della produzione e dell’amministrazione, controllo e finanza. Simili proporzioni anche per i quadri. Ancor più accentuata la quota (il 28 per cento) per le figure impiegatizio-operative che vedranno aprirsi opportunità anche nell’amministrazione e nella divisione dell’IT.
Contingenza e percorsi. C’è grande attenzione tra gli operatori quando si parla di nuove assunzioni. Angelo Donato, direttore risorse umane di Librerie Feltrinelli che prevede un incremento del 9 per cento del personale, spiega che “la contingenza attuale ha penalizzato le vendite, questo è innegabile ed è un dato comune alla maggior parte delle imprese in Italia e all’estero. La nostra politica commerciale e il nostro modello organizzativo ci hanno consentito di tenere comunque la rotta. In termini occupazionali abbiamo mantenuto un livello sostanzialmente stabile”. Per l’anno che è iniziato da poco, fa riferimento a inserimenti soprattutto a “personale nei punti vendita, in particolare con maggiore frequenza addetti alla vendita/repartisti e addetti alle casse. Inserimento di figure di potenziale che, dopo un adeguato ed intensivo percorso di formazione che oscilla tra gli otto e i dodici mesi, possano ricoprire ruoli di vice direzione di punto vendita e, in prospettiva, di direzione”.
Seppure prevale l’area commerciale nelle selezioni, ci sono possibilità anche per figure in altre divisioni. “Abbiamo piani di inserimento di nuove risorse – spiega Giuseppe Dallone, Hr manager di Lg Electronics – in tutte le business units e per ogni tipo di mansione”. Tra i profili ci sono project engineers, sales engineers, key account managers, sales managers, category e product managers, e customer relationship managers. Ma anche figure nell’amministrazione, nelle risorse umane e nell’IT.
Angelo Alfieri, direttore risorse umane di Sofinter, annuncia che per il 2010 il gruppo prevede “ricerche principalmente nel settore del project management e nelle tecnologie applicative e a queste si aggiungeranno alcune ricerche mirate nel settore finanziario, fiscale e della garanzia di qualità”.
Temporanei sù, stabili giù. Se si guarda alla tipologia contrattuale, i direttori del personale, che potevano dare fino a un massimo di tre risposte a questa domanda, hanno evidenziato una certa prevalenza per forme temporanee: il 38 per cento ha indicato il tempo determinato. “In relazione all’attuale situazione del mercato – spiega Vincenzo Vaccari, human resources director del Fomas Group – privilegiamo i contratti a tempo determinato lasciando quindi il massimo spazio alla flessibilità organizzativa”. Un altro 31,5 per cento, quando pensa a un nuovo impiegato, pensa al “passaggio” attraverso gli stage e tirocini, mentre il 16,8 per cento fa riferimento a contratti temporanei tramite agenzia e un altro 13,3% pensa ai contratti di collaborazione a progetto. Quanto invece alle opportunità “stabili”, il 35 per cento dei direttori del personale ha fatto riferimento ad assunzioni con contratto a tempo intedeterminato.
Canali: meno giornali e più database e fiere. Ma dove andaranno cercate queste offerte? Per lo più le imprese ricorreranno al database interno. Quattro aziende su dieci attingeranno a quel grande bacino di profili che si è andato formando nel tempo attraverso le candidature spontanee. Un altro terzo passerà per le società di recruiting, per le inserzioni web e le agenzie per il lavoro. Poco più di un quinto (il 22,4%) farà riferimento ai contatti personali. Le grandi imprese che assumeranno nel 2010 faranno invece poco ricorso alle inserzioni sui quotidiani nazionali. Insomma in qualche modo prevarrà la multicanalità. Per Damiano Cagna, group HR Manager di Pietro Fiorentini, “le fonti da cui provengono i profili sono molteplici, in particolare la Fiera Incontro che si tiene ogni anno a Vicenza ci ha dato importanti soddisfazioni. Il mondo universitario con il quale abbiamo contatti continui e visite presso i nostri plant, laureandi che si impegnano a stages presso di noi finalizzati alle loro tesi di laurea. Non prevalgono, anche se non esclusi, i canali classici come gli annunci e gli head hunters”.