Il Tirreno
LUCCA. Chissà se la scuola elementare il prossimo anno avrà abbastanza personale per seguire a dovere una bambina nata con trisomia ventuno, nota come sindrome di down. È questa la domanda che assilla una mamma che vive sulla propria pelle i disagi prodotti dai tagli della legge Gelmini. La riduzione del personale nella scuola non rappresenta un problema soltanto per le persone che perdono il posto di lavoro, ma anche per i genitori che vedono nella scuola il luogo formativo per i figli. Una speranza ancora più sentita da una mamma come Rosa Fiandaca, 40 anni, di Capannori, membro dell’associazione down di Lucca, che ha una bimba di quasi 6 anni nata con la sindrome di down. «Mia figlia – racconta -se seguita bene potrà comunque sviluppare un’autonomia molto elevata. È necessario, però, che sia affiancata da insegnanti che si dedicano a lei con attenzione. Alla materna ha cominciato un percorso importante, che voglio prosegua alle elementari. Per questo ho deciso di iscriverla alla scuola elementare di Capannori, riconosciuta dall’Urs della Toscana come il Centro Territoriale Misto per l’handicap e dove vengono svolti progetti sperimentali a livello nazionale per l’integrazione dei minori disabili. «Sono preoccupata però degli effetti che la riforma della scuola avrà su questo istituto comprensivo nei prossimi anni, visto che già quest’anno per la Finanziaria ha tre bidelli in meno. Non vorrei che a fare le spese di tutta questa situazione fosse mia figlia. «Lei ha la possibilità di apprendere e integrarsi molto bene. Ha bisogno di una struttura che la accolga e le insegni come fare. La scuola di Capannori sarebbe stata perfetta, se non si trovasse a lottare per tamponare le carenze prodotte dalla riforma Gelmini». Secondo Fiandaca, i bidelli non sono una presenza accessoria nelle scuole. In particolare, nelle scuole materne e elementari. Ancora di più nell’istituto comprensivo di Capannori, dove confluiscono anche i disabili di Lucca e della Piana. «Solo quest’anno – continua Fiandaca la donna – l’istituto comprensivo ha registrato un incremento di iscritti pari a 61 alunni, di cui 9 disabili. I disabili quindi diventano nel totale 63. A fronte di questo aumento c’è stato un calo del personale docente e di tre collaboratori scolastici, in applicazione dei tagli previsti dalla Finanziaria. «La mia preoccupazione è fondata. In un contesto dove ci sono molti bimbi, fra cui diversi disabili, ogni bidello è prezioso. Se un bambino deve essere accompagnato in bagno, se ne occupa il bidello. L’insufficienza di bidelli comporterà per gli insegnanti di sostegno e gli operatori Anffas di svolgere loro questa mansione, perché qualcuno deve giustamente occuparsene. Nel frattempo, però, mia figlia perde del tempo utile per il potenziamento della sua autonomia. I bambini devono essere seguiti e controllati; per questo docenti, bidelli, operatori Anffas e insegnanti di sostegno sono tutti indispensabili. Soprattutto in una scuola che rappresenta il Centro Territoriale Misto per l’handicap». Per Fiandaca, la dirigente dell’Istituto, Tina Centoni, è una donna dotata di grande umanità e molto professionale. «Fa funzionare bene la scuola nonostante i tagli. Ma in futuro – aggiunge – le mancanze da tamponare potrebbero essere troppe. A quel punto, non ci perderà il Ministro Gelmini, ci rimetterà mia figlia». C’è agitazione nella mamma anche sul versante dei servizi dell’Anffas. «Il progetto Anffas l’ha sempre finanziato il comune di Capannori – conclude -. Anche quest’anno è stata l’amministrazione capannorese ad assegnare un’operatrice. I disabili però provengono dai Comuni di tutta la Piana. Di conseguenza, è sorto il problema della compartecipazione finanziaria. «Mi auguro che almeno su questo aspetto si abbiano rassicurazioni prima dell’avvio del nuovo anno scolastico». |