La disputa sui nomi dei candidati a sindaco di Viareggio riempe le cronache cittadine. Tanti nomi, autocanditature, presunte alleanze, ma poca consapevolezza sullo stato reale della città e i suoi molteplici problemi. Credo invece che occorra partire dalle cose per trovare le competenze e le capacità di aggregare intorno a idee e progetti credibili per uscire dalla palude in cui siamo piombati. Realisticamente prendo atto della scarsa propensione della “società civile” viareggina ad impegnarsi in prima persona in questa battaglia; in parte ne comprendo anche le ragioni, prima fra tutte le difficoltà e le responsabilità (anche concrete) che questa sfida comporta; il quadro politico ed amministrativo certo non invita. Prendo atto della realtà; ma ho ancora la speranza e la presunzione di considerare ancora percorribile una strada che ci conduca a fare scelte largamente condivise che sappiano andare oltre vecchi equilibri e schieramenti.
Le prime caratteristiche che dovrebbe avere un sindaco disponibile a candidarsi per governare a Viareggio dovrebbero essere: idee chiare su cosa fare; comprovata esperienza per poterle realizzare; competenza tecnica per muoversi in un quadro normativo complesso come quello del dissesto; competenza politica per tenere insieme una larga alleanza necessaria per affrontare le sfide che ci attendono; determinazione a cimentarsi con una prova molto ardua; amore per questa città; spirito di servizio e capacità di dire dei no anche a vecchie e mai finite fazioni politiche. Detto ciò che sia o meno di Viareggio è solo una valutazione provincialistica. Nei giorni scorsi, leggendo la cronaca, ho colto più di un endorsement che mi sembrano corrispondere alle caratteristiche prima elencate. “Voci della città” che mi meraviglio non siano ancora state adeguatamente prese in considerazioni dal partito al quale appartengo. Sono poi convinta che anche all’interno del PD di Viareggio ci siano diverse ed adeguate competenze; ma credo anche che, data la storia recente di polemiche e contrapposizioni anche personalistiche, la scelta più opportuna sia quella di una discontinuità con il passato, come peraltro ci eravamo proposti di perseguire fin dall’inizio.
A fare la differenza sarà il fatto che il candidato sia in grado di far scoccare la scintilla di una grande collaborazione sociale e politica intorno ad un difficile progetto di risanamento della città.
Manuela Granaiola