Cinquantasei anni appena compiuti, Giorgio del Ghingaro è stato sindaco di Capannori dal 2004 all’anno scorso. Sotto la sua guida l’amministrazione comunale, che era sull’orlo del dissesto, si caratterizza per scelte innovative nel campo della gestione dei rifiuti e della partecipazione. Capannori è il primo Comune italiano ad aderire nel 2007 alla strategia Rifiuti Zero, grazie alla quale in pochi raggiunge l’85 per cento di raccolta differenziata e un calo vertiginoso della produzione di rifiuti tanto da imporsi come comune modello a livello europeo. Si definisce un uomo prestato alla politica, svolge dal 1994 attività di tributarista e revisore contabile. La sua attività professionale lo porta ad assumere incarichi di consulente fiscale, amministrativo e contabile per molte aziende, enti e società. Si occupa inoltre di organizzazioni e ristrutturazioni aziendali. Dal 1998, con decreto del Ministro delle Finanze, è membro della Commissione Ministeriale sugli Studi di Settore, presso il Ministero delle Finanze. Ricopre inoltre la carica di vice Presidente del Consiglio Nazionale Tributaristi.di Luciano Menconi wVIAREGGIO Tecnico ma anche politico, vicino a un partito – il Pd – ma orgogliosamente indipendente, capace di rimettere a posto i conti di un comune sull’orlo del crac e diventare un modello di pubblica amministrazione. È l’identikit di Giorgio Del Ghingaro, per dieci anni sindaco di Capannori, comune che dodici anni fa era a un passo dal dissesto e adesso viene preso a modello in Europa per la gestione dei rifiuti e non solo. E se fosse lui l’uomo giusto – ovvero “l’uomo prestato alla politica” come ama definirsi – per traghettare Viareggio fuori dalla palude? A lanciare, implicitamente, la sua candidatura è Rossella Martina, leader del movimento “Viareggio tornerà bellissima”, che lo indica come il candidato perfetto per guidare quell’alleanza di solidarietà comunale che da più parti viene considerata come l’opzione più seria e auspicabile per salvare l’ex Perla del Tirreno. Sempre ovviamente che lui sia disponibile visto che è in lizza anche per una candidatura al consiglio regionale. Rossella Martina ha rinunciato all’idea di creare una grande alleanza tra le forze politiche e sociali della città? «No. Ho momenti di sconforto, lo confesso, ma non smetto di sperare che si possa alla fine riuscire a formare quella coalizione di forze secondo me assolutamente necessaria per governare il prossimo futuro di Viareggio che, come hanno confermato anche le recenti parole del commissario Romeo, sarà molto duro. Qualunque forza politica, partito o movimento, governando da solo contro tutti gli altri rischia di sfracellarsi nel giro di pochi mesi. E di fare ulteriore male alla città». Ma fino ad oggi i risultati di questa ricerca di “grosse koalition” sono stati piuttosto deludenti, giusto? «È vero e tuttavia noi non alziamo steccati ideologici, li alziamo invece contro gli inetti, gli intrallazzoni, i furbi, contro quelli che non vogliono cambiare le cose, qualunque colore vestano». E allora come pensa si possa realizzare questa alleanza? «Io sono convinta che se non c’è un candidato attorno a cui ragionare sia difficile far quadrare il cerchio. Il programma è obbligato per tutti – far tornare i conti, prima di ogni altra cosa e rispondere alla legge dettata dal dissesto – ma sono le persone che fanno la differenza. Per questo io credo che un candidato di grande levatura, una persona esperta di amministrazione, indipendente moralmente al di là dell’appartenenza politica, una personalità che possa davvero capovolgere l’asfittico tavolo sul quale stanno lavorando le forze politiche viareggine e indurle a realizzare l’alleanza dell’intera città, sia l’unica via di uscita per un futuro governo cittadino». Ma lei ha in mente qualche nome? «Ad esempio una persona come Giorgio Del Ghingaro, ex sindaco di Capannori, un comune che era sull’orlo del dissesto e che è diventato un modello in Europa. Modello sul fronte del bilancio, ma anche dei rifiuti, della partecipazione e dei servizi al cittadino. Un sindaco come Del Ghingaro sarebbe ciò che ci vuole per Viareggio. E davanti a un nome del genere credo che sarebbe difficile per chiunque tirarsi indietro. Io spero che nel Pd qualcuno ci abbia pensato e che la cosa si possa realizzare». Lei se il Pd candidasse Del Ghingaro sarebbe disposta a fare un passo indietro? «Certamente. Non solo farei un passo indietro ma mi metterei a disposizione di una persona che il nostro movimento considera un esempio da cui imparare. Durante la campagna elettorale del 2013 noi di “Viareggio tornerà bellissima” abbiamo chiamato, in una pubblica assemblea, Del Ghingaro perché venisse a raccontarci come aveva trasformato Capannori in un comune modello. Già in quell’occasione io gli proposi di venire a fare il sindaco a Viareggio. Lui allora era sempre in carica ma oggi non ha incarichi politici e penso che candidarlo a Viareggio sarebbe il modo migliore per riconoscere e mettere a frutto i suoi meriti, ma soprattutto sarebbe la soluzione di molti dei nostri problemi. E per quanto riguarda la mia candidatura io dico: l’importante non è vincere ma far tornare Viareggio bellissima!».