C’è la signora di 92 anni soddisfatta per la sistemazione e l’assistenza, c’è un’altra paziente che dice di trovarsi molto meglio qui che all’ospedale San Luca. “Quello è un ambiente chiuso, qui è tutta un’altra cosa, il clima è diverso”. Sono i commenti dei primi pazienti del nucleo di cure intermedie che l’Asl ha aperto da qualche giorno al primo piano dell’edificio C del Campo di Marte e che ieri pomeriggio è stato ufficialmente inaugurato dal governatore Enrico Rossi, alla presenza di una piccola folla composta da rappresentanti delle istituzioni, politici, medici e altro personale dell’azienda sanitaria. Un evento. Perchè a meno di quattro mesi di distanza dall’apertura del nuovo ospedale per acuti, l’Asl è stata in grado di rispettare gli impegni presi e di avviare questo nuovo servizio che conta al momento su 14 posti letto. «Che diventeranno 28 in primavera», assicura il direttore generale Joseph Polimeni. «Si comincia a profilare quel disegno della sanità prefigurato al momento del progetto dell’ospedale per intensità di cure», dice il sindaco Alessandro Tambellini. Che poi fa un paio di passi avanti, sostendo dapprima la necessità di realizzare strutture simili anche in altre parti del territorio (l’Oltreserchio, la zona sud magari di concerto con Capannori) e poi chiede che al Campo di Marte trovi spazio anche la riabilitazione per le patologie motorie. Non ci si fermerà qui, è certo. L’assessore regionale alla salute Luigi Marroni sottolinea che questo è solo l’inizio del recupero del Campo di Marte, mentre il direttore generale Polimeni ribadisce che entro l’anno nel padiglione C nascerà una Casa della salute, nella quale l’attività sarà sperimentata sulle 16 ore grazie a una forte integrazione tra medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, servizi infermieritici, sociali e amministrativi. Qui aprirà anche un polo di diagnostica territoriale di primo livello con una macchina di radiologia tradizionale, l’ecografia e un ortopantomografo. Il presidente della Provincia Stefano Baccelli si compiace e ricorda il ruolo importante svolto da Giorgio Del Ghingaro nella veste di presidente della conferenza dei sindaci Asl. Poi è proprio Marroni a evidenziare alcune cifre: 600 letti di cure intermedie aperti in Toscana in 60 case della salute; raddoppiate le ore di assistenza domiciliare, avviata la nuova organizzazione dei medici di famiglia con le Aft, le aggregazioni funzionali territoriali. Obiettivi che il ministero pone al centro del patto della salute e che in Toscana – dice l’assessore – si perseguono già da due anni. Poi è il governatore Rossi a spiegare perchè, in tempi così difficili, il sistema sanitario toscano tenga: grazie all’impegno degli operatori (scesi peraltro di 2500 unità negli ultimi anni) e alla scelta politica di fare una quantità enorme di investimenti (3,5 miliardi in 15 anni) rinnovando il patrimonio edilizio e tecnologico. A Lucca quindi la scelta dell’ospedale per intensità di cure («rinunciai all’inaugurazione perchè non volevo polemiche non su di me, ma su una struttura patrimonio della città«) e poi ora i letti di cure intermedie, con un ruolo decisivo dei medici di famiglia «più inseriti nel sistema sanitario». Rossi ricorda poi i tagli, 500 milioni sia nel 2012 che nel 2013, che hanno colpito la sanità e dice assolutamente no a nuovi colpi di scure. «Abbiamo già dato – afferma il governatore – la sanità italiana costa meno di quella francese, tedesca e inglese e funziona meglio. Se proprio si deve tagliare nel welfare si vadano a guardare le pensioni d’oro, sarebbe un intervento che non farebbe danni a nessuno. E’ ovvio che dobbiamo continuare la lotta agli sprechi, che ancora ci sono, ma quello che si recupera deve essere investito in attrezzature e nell’edilizia sanitaria».
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