Il sindaco Del Ghingaro s’è sdraiato a terra insieme ad altri sindaci in piazza della Signoria a Firenze per chiedere al Governo di rivedere i vincoli del patto di stabilità, divenuto un tormentone per gli enti locali. Oltre cento Comuni erano presenti all’iniziativa promossa da Anci Toscana (Del Ghingaro è il responsabile di sanità e welfare per Anci) per ribadire che a causa delle maglie troppo strette del patto gli enti locali non riescono a svolgere il loro ruolo di motore dell’economia locale.
A Capannori, il rispetto dei limiti imposti dal patto di stabilità non permette all’amministrazione di portare a termine gli investimenti programmati, nonostante nelle casse comunali siano presenti 7 milioni di euro. Al contempo, ci sono 540.000 euro di avanzo di bilancio che non possono essere utilizzati per promuovere servizi e crescita economica. Significa che tre scuole materne devono attendere tempi più lunghi prima di vedere la fine dei lavori perché la giunta di Capannori non può pagare – nonostante abbia i conti in regola – fornitori e imprenditori.
«La situazione per gli enti locali è molto difficile – dice Del Ghingaro -. Bloccare gli investimenti ad un Comune vuol dire tagliare servizi ai cittadini. Una scelta non sostenibile, in particolare in questa delicata fase economica. Capannori è un Comune che ha sempre rispettato il patto di stabilità e che vuole continuare a farlo. Il governo, però, deve modificare il patto, altrimenti molte amministrazioni saranno costrette a decisioni drastiche. Anche Capannori, nonostante abbia un bilancio sano, risente del patto. Importanti lavori sono rallentati dall’impossibilità di effettuare i pagamenti, nonostante il Comune abbia i soldi. A questa problematica abbiamo in parte ovviato siglando un accordo con alcuni istituti di credito perché anticipino al posto del Comune i soldi alle nostre ditte fornitrici. Decisione assunta perché non ce la sentivamo, di fronte all’alto tasso di disoccupazione e alla diminuzione della produttività delle imprese, di far aspettare mesi ai lavoratori per riscuotere un lavoro già concluso. Ma è chiaro che non è la soluzione. È il governo che deve provvedere a modificare il patto. Avendo ben 7 milioni di euro in cassa potremmo dare un contributo di rilievo all’economia locale, investendo per opere pubbliche, servizi e infrastrutture materiali e immateriali. È giunta l’ora che non siano soltanto gli enti locali a contribuire per sanare il debito pubblico».