Il Tirreno
Da lunedì (come Il Tirreno aveva anticipato) si potranno accendere di nuovo i caminetti e le stufe a legna tradizionali nelle case dotate anche di impianti di riscaldamento a metano, gpl e gasolio. Inoltre, si potrà tornare a bruciare all’aperto i residui vegetali derivanti da attività agricole e forestali, da pulizie di parchi, giardini e aree agricole, boscate e verdi. Al contempo, si potranno bruciare all’aperto materiali vegetali, legnosi, di carta e cartone derivanti da attività di cantiere, artigianali, commerciali, di servizi e produttive in genere. Il sindaco Giorgio Del Ghingaro ha infatti firmato l’ordinanza che anticipa la fine del divieto di quindici giorni.
I capannoresi non dovranno più attendere il 31 marzo: già da lunedì potranno tornare a sedersi davanti al fuoco e a bruciare gli scarti legnosi prodotti dalla potatura degli olivi.
Dopo mesi di controlli e monitoraggi, il sindaco ha ottenuto dagli esperti tutte le rassicurazioni ritenute necessarie per mettere mano a un provvedimento preso per tutelare la salute dei cittadini. Stando alle rilevazioni dell’Arpt, dal 15 febbraio la centralina di via Piaggia non ha registrato alcun sforamento nei valori di Pm10. Inoltre, marzo, sulla base di una comparazione realizzata dall’Arpat, risulta essere un mese meno a rischio dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. Di fronte a un quadro così confortante, Del Ghingaro ha anticipato la fine del divieto a lunedì.
«Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti dall’ordinanza – dice il sindaco -. Ancora una volta devo ringraziare i cittadini, che hanno compreso l’importanza dell’intervento e ci hanno aiutati nella lotta all’inquinamento. Il loro comportamento, unito alle condizioni meteorologiche favorevoli, ci hanno permesso di raggiungere in poco tempo un traguardo significativo. Riuscire a ridurre la percentuale di polveri sottili nell’aria, infatti, significa garantire una qualità di vita migliore ai cittadini. Da quasi un mese a Capannori non si registrano superamenti dei limiti. Non si tratta di un’ipotesi, ci sono i dati dell’Arpat a dimostrarlo. Del resto, non abbiamo fatto altro che seguire le indicazioni degli esperti. Stando all’istituto regionale sulle sorgenti di emissione, l’incidenza dei caminetti e delle stufe a legna tradizionali sull’inquinamento da Pm10, nel territorio capannorese, è di quasi il 60 per cento. Anche in regione Lombardia è in vigore un’ordinanza che vieta nei comuni con altitudine uguale o inferiore a 300 metri l’uso di biomasse legnose nei camini aperti, nei camini chiusi, nelle stufe e in tutti gli apparecchi che non garantiscono un rendimento energetico adeguato e basse emissioni di carbonio. È evidente, quindi, che per fronteggiare l’emergenza segnalata dall’Arpat a gennaio, quando la centralina ha registrato numerosi sformanti dei limiti di Pm10, abbiamo preso i giusti provvedimenti. Oggi siamo tutti più consapevoli di quali siano le fonti di emissione degli inquinanti e possiamo prevedere di realizzare una campagna d’informazione e di sensibilizzazione specifica prima dell’arrivo del prossimo inverno. Abbiamo già approvato in giunta un investimento di circa 110.000 euro per incentivare i cittadini a fare scelte ecologiche in tema di impianti di riscaldamento, auto, caminetti e stufe a legna».