Da “Il Tirreno” ed. Lucca del 10/11/13
di Barbara Antoni
Capannori: Del Ghingaro lancia la proposta a tutti i colleghi sindaci di Piana, Valle e Versilia: un tavolo entro fine mese
LUCCA Esce dal coro. Una fuga in avanti e una proposta precisa: creare un soggetto unico per la gestione del ciclo dei rifiuti su tutto il territorio provinciale, in modo da essere più forti – una candidato assai più autorevole – al banco di prova che sarà rappresentato dal concorso per il gestore unico dei rifiuti nell’Ato Toscana costa, che riunisce le province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara. Una sola società, in sostanza, che nasca da una fusione dalle attuali Sistema Ambiente (Lucca), Ascit (Piana), Severa (Garfagnana e Media Valle, Sea ed Ersu (Viareggio e Versilia).
L’artefice della “fuga” e della proposta – rivolta a tutti i sindaci del territorio provinciale – è Giorgio Del Ghingaro, primo cittadino di Capannori. Uno che il pallino dei rifiuti ce l’ha, e non solo per avere ricoperto, prima di diventare sindaco, incarichi pubblici nel settore dei rifiuti (nel cda di Ato due rifiuti Lucca fino al 2005, come presidente di Ascit fino al 1999, come membro della commissione amministratrice Amit fino al 1996). Ma anche, anzi soprattutto, per una questione di principio: la salute dei cittadini e dell’ambiente. Lui, lo sottolinea, è un fautore convinto della strategia “rifiuti zero”. Che Del Ghingaro non abbia sposato la linea della Regione in materia di rifiuti è cosa nota: l’ha contestata energicamente, non più tardi dello scorso settembre, in particolare per il progetto di potenziare due impianti di incenerimento, quelli di Pisa e Livorno. Adesso torna alla carica, più deciso che mai.
Perché ha deciso di farsi avanti con la sua proposta?
«Come tutti i Comuni, anche noi avevamo dato la nostra adesione alla nascita di Reti Ambiente. Ma nel frattempo la normativa è cambiata, sia a livello regionale che nazionale. Stiamo andando verso la possibilità di creare un soggetto unico per la gestione dei rifiuti a livello di Ato costa il cui 45% verrebbe ceduto a privati con gara pubblica».
E lei non è d’accordo.
«Non sono d’accordo soprattutto con il giudizio prevalente sugli inceneritori, l’idea di potenziare i due impianti presenti sul territorio dell’Ato costa, a Pisa e Livorno. Sono inceneritori, producono diossina. E non ci piace che non si tenga conto del calo di produzione dei rifiuti negli ultimi anni. Molti nostri comuni oggi sono a rifiuti zero. E questo deve valere, anche per l’impegno che i cittadini hanno profuso».
Cosa dice ai Comuni della provincia che vorrebbe riunire in un’unica società dei rifiuti?
«Li invito a proporci come un patto politico forte, per andare al tavolo dell’Ato con un’azienda unica invece che con tante aziende più piccole. Se Sistema Ambiente, Ascit, Severa, Sea ed Ersu si mettono insieme viene fuori qualcosa di buono».
Con quali impianti lavorerebbe la società unica della provincia?
«Con quelli esistenti e con l’impianto di compostaggio che Capannori vuole costruire».
E le tariffe?
«Andando dietro al progetto della Regione, gestore unico significa tariffa unica. E noi, nei nostri comuni, abbiamo tariffe più basse, quindi le dovremmo alzare. Del resto, noi siamo avanti sulla raccolta differenziata. Nella Piana Ascit arriva quasi all’80%, Lucca sta lavorando intensamente all’estensione del porta a porta, anche la Mediavalle ha cominciato, e così Viareggio e la Versilia. Le altre province sono più indietro sui rifiuti, hanno una mentalità più industriale».
Una società invece di cinque nella provincia, secondo la sua ipotesi. Si è interrogato sulle poltrone che dovrebbe tagliare?
«Ovviamente sì. Con un solo soggetto potremo razionalizzare i costi in modo pesante. Le società esistenti nella nostra provincia operano su territori di confine con metodi diversi. Se li uniformiamo, i costi sono subito ridotti. Quelli delle poltrone sono la parte minore».
Ha previsto tempi di attuazione della sua proposta? «Il primo passo è un accordo politico, un percorso nell’assemblea dei sindaci. A cui farebbe seguito una valutazione economico finanziaria delle società, e da gestire ci sarebbe la questione dei privati presenti in alcune aziende. Dovremmo valutare se tenerli o liquidarli. Fatto questo dovremmo incaricare un advisor di fare un progetto chiaro per una fusione delle società. Non ci dovrebbe volere molto tempo».
La sua ultima parola.
«Dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti e fare scelte nell’interesse dei cittadini. Se ci vogliamo confrontare, il comune di Capannori è disponibile a ospitare il primo tavolo entro fine novembre».