Il Tirreno
Il sindaco Maura Favilla fa marcia indietro, di fatto disattende la delibera firmata il 2 dicembre scorso e inviata alla Regione relativa alla costituzione della Società della salute e blocca l’iter del consorzio chiamato a gestire i servizi socio-sanitari. Tutto accade repentinamente, dopo che sembrava esserci l’intesa perfino sul nome del presidente.
Favilla, candidato numero uno a ricoprire la carica di presidente della conferenza dei sindaci, avrebbe accettato di lasciare al suo collega di Capannori Giorgio Del Ghingaro la presidenza della Società della salute, con la vicepresidenza al Comune di Lucca, mentre ad Altopascio sarebbe toccata la presidenza del collegio sindacale.
Ma siamo vicini alle elezioni regionali e tutto è saltato.
Così il consiglio comunale lunedì sera ha approvato con i voti della maggioranza un ordine del giorno per riportare sotto il controllo dei Comuni le Società della salute. All’ultimo punto si dichiara infatti «la disponibilità ad approvare lo statuto e la convenzione istitutiva, purché sia inserita in quest’ultima una clausola che stabilisca che il presidente della Società della salute ed i componenti della giunta esecutiva, di spettanza dei Comuni, siano nominati rispettando le indicazioni formulate dai Comuni aderenti. Questi voteranno i candidati alla presidenza e alla giunta esecutiva sulla base delle quote di partecipazione previste dall’art. 5 della convenzione stessa».
Nello stesso ordine del giorno in consiglio afferma di ritenere «che il ruolo della Asl sia comunque adeguatamente garantito dal complesso delle norme che assicurano quorum quantificati e percorsi di intesa/ concertazione nelle scelte più rilevanti del consorzio».
Che significa tutto ciò? E’ presto detto: la Società della salute è un Consorzio di cui, per legge regionale, l’Asl possiede il 33,3%. Il resto è in mano ai Comuni con queste quote, nella Piana: Lucca 34,51%; Capannori 18,68; Altopascio 5,88; Porcari 3,46; Montecarlo 1,87%, Pescaglia 1,55; Villa Basilica 0,72.
Escludendo l’Asl e rivedendo le quote, il centrodestra si accaparra quella maggioranza che altrimenti difficilmente avrebbe e potrebbe nominare il presidente a lei gradito. Non a caso nell’ordine del giorno si dice anche che il consiglio «giudica la bozza di statuto proposta – se non adeguatamente integrata – ancora non sufficiente a garantire l’autonomia dei Comuni nella scelta tra i possibili candidati sindaci da nominare negli organi di gestione ad essi riservati, nel rispetto dei risultati delle elezioni».
Da qui la marcia indietro, rispetto a quella delibera del 2 dicembre, che però – secondo il parere espresso dall’osservatorio regionale sulle Società della salute – andrebbe contro la legislazione regionale. L’Asl insomma non potrebbe essere esclusa, essendo oltretutto il soggetto che investirà di più nei servizi che dovranno essere gestiti dai consorzi.
Adesso è impossibile rispettare la scadenza del 15 marzo per il varo della Società della salute. Scadenza peraltro non perentoria, per cui si potrà nuovamente discutere e trattare, anche se sembra improbabile che i comuni gestiti dal centrosinistra vogliano cambiare idea rispetto ai contenuti della delibera firmata il 2 dicembre e come detto subito dopo inviata alla Regione. Capannori in particolare non pare assolutamente intenzionato a modificare statuto e convenzione. Se ne riparlerà dopo le elezioni, ovviamente.