Arriva la stangata sulla scuola pubblica lucchese. Con 141 posti tagliati per l’anno scolastico 2010-2011 in Lucchesia, tra elementari, medie e superiori. A denunciare la situazione è la responsabile provinciale Flc-Cgil, Marcella Zani.
La sindacalista disegna un quadro da lacrime e sangue. Con la previsione di tagli di decine di classi in tutta la provincia, visto che i fondi a disposizione non bastano a sostenere le richieste dei dirigenti scolastici.
Le cifre elencate da Marcella Zani sono impressionanti: 21 posti per insegnanti in meno alle elementari, 50 cattedre tagliate alle scuole medie e 70 cancellate anche alle superiori. Questo soltanto per restare nell’ambito dei docenti. I numeri relativi agli organici del personale Ata (bidelle, personale amministrativo, personale di segreteria e tecnici) non sono ancora arrivati dall’ufficio scolastico provinciale, ma non si preannunciano migliori. E i tagli – come denuncia la Cgil – vengono decisi a livello centrale nonostante un aumento considerevole del numero degli alunni iscritti per le scuole superiori: in Lucchesia risultano più 224 iscritti fra tutti gli istituti. La situazione, quindi, si può così sintetizzare: da una parte meno insegnanti; dall’altra più alunni. «La situazione è drammatica – spiega la responsabile Cgil – e a fronte di una richiesta di classi pari a 726 da parte dei dirigenti scolastici, ne verranno create 704. Perché sono state tagliate molte ore e di conseguenza sono stati tagliati gli insegnanti». Il numero degli alunni per classe, però, crescerà in modo esponenziale, soprattutto negli istituti tecnici e professionali: in questi tipi di scuola si calcolano classi di trenta, trentadue alunni. Alla faccia delle norme di sicurezza. Della didattica e dell’importanza della formazione. In pratica la qualità dell’insegnamento e dell’istruzione rischia di andare perduta perché non ci saranno più le risorse umane per garantire a tutti gli studenti una scuola di buon livello e ben amministrata. E i più colpiti saranno, ovviamente, i precari, che lavorano nella scuola oltre dieci anni e che hanno raggiunto età tali per la quale un reinserimento alternativo nel mondo del lavoro diventa davvero complicato. Secondo i calcoli di Cgil, in tutto la scuola pubblica regionale perderà 12.904 posti di lavoro tra gli Ata e oltre 10.000 tra i docenti. «Questo significa che in tante scuole, – continua Marcella Zini – non ci saranno più i bidelli addetti all’apertura e alla chiusura dei plessi e le aule saranno pulite in modo molto meno approfondito».
Intanto si prepara anche la riforma delle scuole superiori che partirà a settembre e che riguarderà, in un primo momento, “solo” le classi prime. Nei prossimi anni gli studenti dell’era Gelmini passeranno complessivamente meno tempo tra le pareti scolastiche e, soprattutto, studieranno di meno. Meno matematica e lingua straniera, meno informatica e latino. Meno attività di laboratorio. «La riforma riguarderà le classi prime – conclude Marcella Zani – ma la riduzione di orario sarà effettuata anche sulle seconde, terze e quarte. L’obiettivo, infatti, è di tagliare alcune materie o attività di laboratorio, per arrivare a 32, massimo 34, ore settimanali. Quindi la maggior parte degli studenti si troverà il prossimo anno con un’offerta formativa fortemente cambiata rispetto a quella scelta al momento dell’iscrizione». Non solo: la scuola elementare a tempo pieno – conclude la sindacalista – «dovrà essere ridotta o totalmente vanificata per mancanza di risorse. I laboratori, anche quelli di informatica, non potranno più funzionare al meglio. Gli enti locali, poi, non potranno fare altro che accettare questa nuova e brutta scuola pubblica». L’appuntamento per protestare contro i tagli (alla scuola e non solo) e la manovra Tremonti, dunque, è stamani alle 9,30 a Firenze con la manifestazione regionale indetta dalla Cgil e sciopero.